Corrispondenza, seguendo Dalì e Gala

IN LONTANANZA

Sei ostaggio di una medusa
hai l’anima fatta a brandelli, mangiata dal tempo
che ancora rivive e si espande
Putrefazione miasmi
occhi fissi e rossi di pianto
mani in cerca di perenne piacere
solitario destino.

DELIRIO

Mi plasmo ad ogni tua forma
inseguo le linee
riempio le curve

Un braccio una gamba il tuo collo
ritrovo
il mio posto nel tuo

Inizio a sentire
il tuo odore profondo
mi si attacca alla pelle

Si squarcia improvvisa una nube
prolungato
breve delirio.

SILENZIO
Che cerchi in questo silenzio?
Anestetico
falso torpore
corpo esangue galleggi
trasportato da vacue correnti

Il coraggio di un verbo
di un nome
di un gesto
di un passo.

Non rompo il silenzio
lo ascolto
aspetto una nota
le mani ferme sui tasti l’archetto posato di lato.

BAHÍA

Mani gelate
Piedi scoperti
non sento il terreno né il tatto
lo sguardo e i pensieri si fermano
(migrare di stormi)
A quel sole agognato
mi ghiaccio
se non posso volare.

É TARDI
Non vedo più
i confini
calato il silenzio
sento la voce
confuso bisbìglio
respiro affannato
mi muovo
a fatica
seguo il profumo
è scuro dovunque
mi fermo
ai tuoi passi insicuri
non sai dove andare
ti aspetto.

CAMPANELLI
Ho tagliato i ponti con un coltello.
Ritornano a scatti pensieri e profumi
campanelli che suonano ancora per te.

GOCCE
Scendono copiose
dalla fronte
scivolano
lente
umidi occhi
labbra tremanti
assorbono il gusto
pelle incollata
L’amore si bagna
di fumi bollenti e vapore.