Continue prove per il dopo Covid

vignetta di Ben Bestetti

La conseguenza immediata dell’epidemia sull’economia mondiale non può che essere una contrazione globale della domanda e dell’offerta, essendo calati la produzione e il reddito. Questo lo scenario prefigurato da quasi tutti gli economisti per il 2020. Molte grandi aziende hanno sospeso la produzione, alcune filiere e catene di approvvigionamento internazionali sono interrotte o funzionano con grandi difficoltà. In ambito borsistico regna – e regnerà per un po’ – l’incertezza e la prudenza, malgrado la disponibilità delle banche centrali a supportare momentaneamente l’economia. Ma sarebbe superficiale considerare il Covid-19 come l’unica causa dei mutamenti che si registreranno a livello planetario.

La guerra dei dazi tra gli Usa e la Cina era tutt’altro che conclusa quando è scoppiata la pandemia. Mentre le pesanti imposizioni doganali incominciavano a gravare sulla bilancia commerciale di Pechino, i giganti del web spostavano le loro strutture in altri Paesi asiatici. Il mercato interno cinese è crollato improvvisamente, e rischiano di essere disattese le varie promesse governative di un moderato benessere in cambio dei sacrifici e dell’assoluta obbedienza da parte dei lavoratori. Sia in Cina che in India si registrano forti tensioni interne. In Cina gli abitanti delle campagne vedono crescere la diseguaglianza economica rispetto ai centri urbani, che raggiungono quotidianamente per lavorare nelle industrie. La «condivisione» promessa di ricchezza, maturata in un decennio di crescita ininterrotta, non è avvenuta a causa della corruzione e del malgoverno.

In India gli scontri etnici tra lo Stato ed il popolo vengono affrontati con un irrigidimento di tipo autoritario delle istituzioni statali, che fa presagire terribili future turbolenze. In tutto questo la diffusione della pandemia è solo l’ultimo di innumerevoli problemi che affliggono questi Paesi. Il virus, infatti, potrebbe anche portare a svariati risvolti negativi non unicamente nel continente asiatico, come l’innesco di diversi shock economici che aggravino la recessione a livello mondiale., Gli Usa hanno deciso di attuare una svolta isolazionistica che li liberi da ogni impegno economico, diplomatico e militare a livello planetario e nessuno dei grandi Paesi sembra in grado di svolgere il ruolo di guida in questo difficile momento.

In un’economia globalizzata servirebbero scelte sociali concordate fra i governi, ma attualmente nulla di tutto ciò si intravede e gli interessi delle grandi lobby sembrano sovrastare incontrastate il futuro comune.