Corrispondenza, seguendo Dalì e Gala

AL PROFESSOR S.
Vivi cosparso di estetica in polvere
cibato da arte, figure e colori
cullato dal mare dei miti.

In mente sempre
il ritmato cader della pioggia del Vate
che ho amato ascoltare da voce sottile.

Insegnami ancora a conoscere il bello
a godere i miei giorni
in cima a un Olimpo moderno.

La sciarpa ti tiene legato alla terra
lo sguardo ti porta lontano
mimesi icastica di felicità.

PERDERE L’ATTIMO

Stellata questa notte
luminosa
lo specchio riflette
il tuo sorriso
la luce dei tuoi occhi
mi divora.

Vampate avvolgono
i miei sensi
cenere rossa nascosta
arde ancora
tra le tue braccia
io brucio come un rogo.

Sabbia di terra dai mille
colori
piccoli sassi e rocce
antropomorfe
ghiaia bagnata e binari
veloci.

A ZERO

Voglio solo guardarti
dormire
coprire di lana quel brivido
che ancora ti scuote
entrare nei sogni segreti
accendere tutte le luci.

Fumare a gambe incrociate
bevendo
una vodka ghiacciata
appoggiare la mano
sul petto
spingere forte
toccare il respiro

Tu dormi
ricamo
un tappeto
di Baku.

LACERANTE SILENZIO

Tombini scoperti
strade asfaltate bucate
sobbalzi di ruote veloci
pioggia fitta
rumore di vetro
locali notturni deserti
lampioni
emettono buio
cassonetti stracolmi
giornali strappati
un gatto nascosto.