Gli sguardi di Valentine de Saint-Point

Nello sguardo dell’oltre

V, uscendo dall’Officina dei Corpi Fantastici, comprende che non deve più sottoporsi a ulteriori proiezioni esterne per riconoscere le sue possibilità altre. Forse potrà divenire invisibile come Valentine, pur continuando una parte di sé a vivere in un’apparenza umana. Deve solo convincersi che l’involucro del corpo, pur visibile, può vivere in una mutazione continua, che oltrepassa identità visive.

Tornato a casa, si sdraia sul letto, chiudendo gli occhi. Si concentra sul suo terzo occhio per risalire alla sommità del cranio, aprendo il suo energetico canale bianco. Vola immediatamente, come risucchiato da una vibrazione, verso tenui gelatinosi colori del cosmo. È felicemente libero da ogni limite.

Vuole incontrare la bocca di Valentine che lo attende con il suo sguardo. Si accorge però che è diventata una essenza oltre ogni identità sessuale: è maschio e femmina nello stesso tempo, ma anche altro. In questa condizione gli piace baciare il suo corpo, per la prima volta, trasferendolo poi su quello di una rosa rossa, la sua follia di alchimia rituale. V avverte che è vicino a presenze aliene, che lo accolgono come uno di loro.

“Riconosco il tuo occhio allungato! – esclama – Lo attribuivo a Valentine, la proiezione del mio desiderio. Ma comprendo ora che appartiene anche ad A, la mia origine-energia, la divinità che mi vuole suo amante, vivendo dentro di me attraverso gli sguardi”.

V è aspirato da un dolce vortice di attrazione verso un altro sé. Lo insegue attraverso un fluido incorporeo che gli apre la visione di una luce già conosciuta. Entra, all’improvviso, in una diversa realtà che appare però ai suoi occhi naturale. Vede delle grandi costruzioni allungate che riflettono una luce accecante. Intorno si muovono con passi-salti alcune creature filiformi dai lunghi capelli variamente colorati: questa immagine lo affascina. Lui cerca di entrare in questa espansione, ma ritorna nella posizione di partenza. Quella sdraiata sul suo letto, da dove è iniziato il viaggio.
Cerca il corpo di Valentine vicino a sé. Avverte, per un attimo, che lei gli accarezza una mano attraverso la sua pelle. Il contatto gli fa provare un imprevedibile piacere.

V si alza dal letto per uscire da casa, incamminandosi nella notte verso un periferico spazio aperto. Guarda il cielo, la luna appena accennata e le stelle. Comprende allora che la via per raggiungere la sua immaginata creatura passa attraverso la lettura delle sue visioni. Che devono essere comprese con una lucida follia da vivere come un’affascinante scienza. Questa può incarnare il viaggio desiderante della propria narrazione di Valentine, che vive con lui nello sguardo dell’oltre.

Un racconto di Vitaldo Conte Vitaldix.