On the occasion of the Chengdu Biennial (15.7.23) and the “Artist Residence” in Whenzhou (26.5.23) I had the opportunity to submit some Italian artists represent different ways of making art, today. I refer to Giorgio Cattani, Bruno Ceccobelli, Vittorio Corsini, Marta Dell’Angelo, Gabriele Di Matteo, Antonio Ievolella, Valeria Manzi, Concetta Modica, Gianfranco Notargiacomo, Giovanni Tommasi Ferroni, Paolo Sandano, Ivano Sossella.
This list has also been completed with other younger new generation authors: Gabriele Artusio, Mario Cerrone, Arianna De Stefano, Rachele Frison, Giacomo Giori, Federica Mariani, Alfredo Romio, Nicolas Steiner, Lucrezia Zaffarano, Luming Zhang, Giorgio Cattani.
Statements and Suggestions
The dimension of Time, its very nature and substance, has always been a part of European art, even since classical times, through the principle of the work in progress. All expressive processes followed a path based on an inventive acceleration, with a chronological sequence. Also the constant contaminations between different geographical and cultural areas have come into play.
The Catholic area of central Europe and orthodox Christianity of Eastern countries have been marked by an expressive system based on research and innovation within the visual language, the transformation of formal syntaxes, with new and original solutions that match the diversity of the geographical areas involved. This contributes to the definition and a better understanding of modern and contemporary art as a whole. The process of contamination and exchange of information between artists from different geographical areas has prompted transformations and change, often sparking real revolutions of taste. Such matters prove the intimate relationship between the history of art and the dimension of time. The development of visual languages has experienced epochs of
fragmentation followed by seasons of aesthetic reconciliation, at both a local and a global level. When comparing the two European geographical areas, we notice that how it is the West, with its Catholic position, is marked by this constant tendency towards renewal – the work in progress – whereas the East, because of its Orthodox culture, has maintained an inflexible expressive tradition. A of need for a reversal in the creative process went together with a turn in to steer the linguistic structures, by taking into account intimate and personal expressive systems as well as emotions and the psychological dimension.
The enormous heritage accumulated over nineteen centuries of history, has become a terrain to investigate radically. Everything has revisited; introspection has become a process to be constantly pursued. The themes put forward by the Chengdu Biennale must be considered with memory as a living and persistent contemporary matter, in their relation with the past.
Antonio Ievolella, Marta Dell’Angelo, Gabriele Di Matteo, Vittorio Corsini, Concetta Modica, Bruno Ceccobelli, Gianfranco Notargiacomo, Giovanni Tommasi Ferroni
When Lu Peng first spoke to me and later invited me to contribute to the organisation of the Chengdu Biennale, I immediately thought of an “open” dimension of European and particularly Italian contemporary art. This in the aim of avoiding to repeat what have become predictable artistic choices as well as the communication system and the related market. The rich international art culture, be it Eastearn or the Western, the Northern or the Southern matches the complex dimension of historical heritage, and can show its dimension through its authors. In our case, the artists involved and their work are really representative of global panorama, through be it painting, sculpture, installation, accumulation of iconographic material.
As far as the way of inviting the artists is concerned, I wanted illustrate a particular moment in the Italian contemporary art, taking into account the problems tied to the global dimension of visual languages, some anthropological subjects.
Territory and History, the individual and society, are data which stands Antonio Ievolella’s sculpture as a trace of human time, of our passions and sacrifices. Marta dell’Angelo insists in the aesthetic intelligence of hands and body. Gabriele Di Matteo tells us the absolute revision and discovery through art of the extension of data found in thought. Vittorio Corsini – reflects on life through a habitat, the private (the home) and the public (the square). Concetta Modica‘s work recalls the experience of earth’s act of creation. Bruno Ceccobelli, Gianfranco Notargiacomo love to free the colour, the, vitality, palpitation, and depth. Giovanni Tommasi Ferroni cultivates the boundless passion for the beauty. They are all experiences which avoid the commonplace and the obvious solutions, and at the same time bear witness to the art scene in Europe today.
In Residenza d’Artista a Wenzhou.
Nel passato come in epoca moderna i ‘viaggi di istruzione’ e i ‘soggiorni’ fatti dagli artisti tra geografie lontane tra di loro, hanno prodotto un patrimonio straordinario e segnalato quanto le “contaminazioni estetiche’ siano in grado di dare soluzioni inedite, proposte che segnalano una svolta nello studio dell’arte. A livello europeo vorrei riferirmi in specifico alla diffusa tendenza all’orientalismo, a quel processo di acquisizione di stilemi e di immagini, di progetti iconografici e soluzioni policrome che rispettano ed esaltano la ricchezza del patrimonio presente in particolare nella storia dell’arte della Cina.
L’intero continente europeo vede diffuso nel proprio tessuto museale e nel patrimonio colto testimonianze artistiche frutto di studi e di ricerche, di una registrazione del paesaggio e del costume, della religione e del pensiero filosofico, vissuto e frequentato dalle diverse committenze come forma elevata di valore culturale. Le grandi residenze nobili hanno visto la diffusa presenza di cicli decorativi ambientali e raccolte preziose di arredi, testimonianze artistiche importanti di diverse epoche, lungo un percorso che ha caratterizzato in molti casi il gusto estetico di un’epoca, attraversando la moda e il comportamento, lo stile dell’habitat, interferendo con la storia della pittura e allargandone i confini estetici. Si è trattato di una diffusa ‘narrazione visiva’ in aperta disgiunzione da quella stagione che ‘scopriva’ nell’arte africana ‘nera’ la dimensione antropologica e che avrebbe ‘cancellato’, attraverso l’indirizzo espressionista e fauve, ogni preziosità e le sue infinite raffinatezze.
Porsi in relazione con questa ‘storia’ nobile e profondamente stratificata nel tempo, mi ha fatto pensare ad un ‘viaggio’ che fosse un ‘soggiorno’, dove cioè lo ‘stare fermi’ e il ‘frequentare’ il territorio, si trasformasse in una realtà operativa; l’obiettivo su cui, insieme a Luming Zhang, artista e curatrice, abbiamo operato gli inviti alla partecipazione doveva prevedere una attenzione percettiva tanto dichiarata da potersi immediatamente ‘ribaltare’ nel fare dell’arte. Si trattava di comprendere se all’interno del ‘percorso’ e nella frequentazione, ogni artista avrebbe ‘trascritto’ la propria dimensione esperienziale, se l’intima sensibilità avrebbe reagito alle diverse sollecitazioni. Questo perché si tratta di un’area geografica complessa, tra passato e presente, stratificata tra il paesaggio naturale e la più avanzata cultura architettonica e urbanistica, quale anche la Provincia di Wenzhou è ben in grado di comunicare.
Note informative sugli artisti invitati
Giorgio Cattani. Già docente nelle Accademie di Belle Arti di Venezia, dove ha studiato, e di Milano, delle sue origini ferraresi conserva la dimensione colta e anche la tensione sperimentale. In particolare in forza del periodo in cui insiste nella Video Arte. Preciserà poi il suo operato pittorico e quello installativo, attraverso un approccio poetico metafisico che tra l’altro è elemento costitutivo della sua arte. Di Cattani peraltro ho indagato, in un grosso volume monografico la sua fase di passaggio che lo farà esponente delle Seconde Avanguardie, nonché di una nuova cultura pittorica. Ad esempio, la gestione di ‘frammenti’ tratti dalla propria quotidianità, inseriti e orchestrati all’interno di una narrazione iconografica, dove persiste l’estensione emozionale del pensiero, il dialogo tra i ricordi, la riscoperta dei ‘valori’ del passato.
Marta dell’Angelo. Rappresenta una svolta nella figurazione e nell’anatomia umana attraverso un percorso espressivo in cui l’azione di trascrizione visiva si basa sulla conoscenza dei processi della mente, sulla relazione tra il pensiero ed il gesto, tra l’azione della volontà ed il movimento di un braccio. L’elaborazione iconografica del frammento di un corpo, estratto dalla dimensione quotidiana del comportamento, segue un processo di redazione in cui il dipingere tiene presente la precedente esperienza nel campo del restauro. Non c’è ‘copia dal vero’, frutto di quell’eredità classica che attraversa l’archeologia greco-romana e la storia dell’arte europea dal Rinascimento al secondo ottocento. C’è piuttosto trasmissione delle funzioni fisiche indotte dal pensiero. Gli ‘Studi di anatomia’, che hanno visto la costante attenzione degli artisti attraverso il disegno e la scultura, nella pittura fino alla fotografia, subiscono nella cultura ‘scientifica’ di Dell’Angelo una trasformazione di ruolo, si vanno cioè caratterizzando attraverso l’idea della propria stessa auto-affermazione, di una indipendenza di valore nella serie di atti costantemente e ripetutamente compiuti. Gesti che non appartengono alla ritrattistica del singolo, ma che si ‘espongono’ alla riconoscibilità collettiva e da questa all’anonima spettacolarizzazione di gruppo.
Antonio Ievolella. Scultore della mia generazione che, tra gli anni ’80 ed il primo ventennio del nuovo secolo, ha costantemente sottratto l’opera pubblica al facile consumo di un’estetica autoreferenziale, spesso fondata sul monumentalismo e la spettacolarità. Rispetto a quella diffusa tendenza scultorea costruita su una tecnologia esasperata caratterizzata dalla gestione dell’acciaio a specchio e da diverse materie plastiche, Ievolella ha predisposto una una storia dell’arte tutta sua in cui il materiale, dal legno, alla carta, al rame all’acciaio corten, svolge un ruolo di nitida affermazione della propria testimonianza espressiva. Inoltre, questa rivisitazione si basa sul valore centrale della dimensione antropologica, in perfetto equilibrio e costante attenzione tra passato e contemporaneità. Anche in questa specifica relazione con “Residenza d’Artista” Ievolella ha predisposto cinque ‘lettere’ su lamina sottile di ferro, in cui tenta di testimoniare il proprio racconto d’artista alla città di Wenzhou ed ai suoi abitanti. Cinque ‘lettere’ visive per spiegare i suoi interessi e la sua volontà di ricerca, con il desiderio di ricevere risposte e da queste comprendere e apprendere, imparare diverse forme di cultura e soluzioni di sensibilità.
Valeria Manzi, “Posando gli occhi sui rami”. Coniuga l’esperienza poetica con la cultura dell’arte, dalla grafica a all’installazione. La carta, nella scrittura come nella forma delle immagini visive, appare e il materiale intorno a cui ruota un procedere espressivo in grado di ‘raccontare’ valori del sensibile. Abbiamo lavorato in questi anni a diversi progetti, da Venezia a Matera, a Graz. sempre scoprendo soluzioni estetiche solo in apparenza nuove ma al cui interno permane la sostanza del pensiero che ‘scrive’ per immagini e forme. La sua opera “Posando gli occhi sui rami” è fondata su un processo di relazione, esattamente come nella poesia avviene tra il primo e il secondo verso, seguendo cioè una concatenazione di emozioni. La delicatezza ne è protagonista, derivando dalla ‘natura’ della carta stessa e dalla relazione dell’artista-poeta con la sua sostanza fisica instabile. E così la carta da scultura foglio di stampa e di scrittura diventa il soggetto in grado di trascrivere l’esperienza della quotidianità e e il farsi opera d’arte. La fruizione dell’opera di Valeria Manzi dovrà seguire lo stesso processo, impegnandosi in un rapporto di frequentazione, di trascrizione nella sensibilità personale di ciò che si è ricevuto dall’opera d’arte.
Concetta Modica. Ho ‘scoperto’ l’operatività di Concetta Modica nel suo studio milanese, al piano terra, in una storica area urbana ancora contrassegnata da attività laboratoriali. Mi sono subito reso conto persistente dimensione plastica del suo operare insistente in una serie di piccoli oggetti, sia in ferro che terracotta policroma, tra frammenti di corda e di tessuti. Immediatamente dopo il primo contatto visivo con una ‘raccolta caleidoscopica’ di opere ordinatamente distribuite su piani di lavoro e di appoggio, altre installate a parete e installate indipendenti nello spazio, comprendevo l’estensione felice di una creatività vitale, che si qualificava per una sensibilità legata ad una autentica intimità personale. Più recentemente, con un nuovo Ciclo dedicato al “…viaggio di un sepalo…” (il calice verde che protegge il fiore) la riservatezza che contraddistingue l’arte di Concetta Modica si impreziosisce e, grazie alla ricerca di un ‘segreto’, conduce allo sviluppo ‘segreto’ di una speranza, lungo un processo ‘segreto’ che tenta la strada della più preziosa trasformazione ” …sepalo per diventare stella…”.
Paolo Sandano/Olinsky. Da molti anni sono in un costante rapporto di aggiornamento iconografico con lo ‘sdoppiamento’ espressivo intercorso tra l’artista italiano Paolo Sandano, strettamente legato per ragioni familiari a Trieste e l’ultracentenario pittore Olinsky, nato nel 1886 nella Slovenia Occidentale: due personalità che appaiono racchiuse in una infinita serie di quadri dalle più diverse dimensioni, frutto di una comune geografia culturale, in cui il vissuto dell’uno subentra inscindibilmente in quella dell’altro, dove, perdendo i ‘confini’ politici, si ricava un caleidoscopio ‘paesaggistico’ che si rinnova, restando riconoscibile in quell’angolo alto del Mare Adriatico, contrassegnato dalla grande cultura mitteleuropea e frequentato da scrittori e poeti di lingue diverse. Una dimensione complessa di un vasto territorio di confine su cui interagiscono la penisola italiana, i territori tedeschi del nord e ad est la penisola balcanica. Sandano/Olinsky contrappongono una diffusa dimensione onirica, suggeriscono soluzioni auto-ironiche, con ‘piccole’ amarezze infantili, delusioni affettive, entusiasmi trattenuti, momenti in bilico tra gioia e sconforto. Assistiamo, secondo l’antica formula della ‘pittura da cavalletto’, ad un paesaggio animato al suo interno, tra la natura del mare e delle spiagge, da quella figuretta tratta dai comics degli anni ’50, in grado di ricondurci ad un clima estetico delicatamente surreale, ma infinitamente contemporaneo.
Ivano Sossella. Sono convinto che sia un uomo estremamente intelligente. Questa sua dote lo obbliga a tenersi a debita distanza da tutto ciò che espressivamente può risultare scontato e banale, dove cioè la normalità possa annoiare e deludere la sua stessa intelligenza. Questo semplice ma chiaro dato è il principio su cui si costituisce, e non da questa stagione, lo svolgimento di ogni azione artistica e la produzione di quelle che ancora definiamo opere d’arte. Dopo una serie di cicli espressivi interamente giocati sulla dialettica tra la presenza e l’assenza, tra l’esserci e il non esserci, ecco che in questa più recente stagione nascono bandiere, cieli stellati, paesaggi collinari fino alla centralità delle ninfee. In particolar modo le bandiere perdono la rigidità militare a cui ci ha abituati la comunicazione per riconquistare attraverso la gestualità dell’arte una libertà fluttuante. Il paesaggio, dalle piccole alle grandi dimensioni, travalica il proprio confine naturale ed entra in contatto con la percezione sensibile del nostro sguardo, oltre a sconfinare nella leggerezza. Essi inoltre suggerisce una nuova esperienza del piacere di fronte alla natura e si appunta su un fiore orientale.
Gabriele Di Matteo. Rileggere a trecentosessanta gradi e scoprire attraverso l’arte l’estensione dei dati presenti nel pensiero.
Vittorio Corsini. Riflettere sulla frequentazione dell’habitat, sia privato (la casa) che pubblico (la piazza).
Bruno Ceccobelli e Gianfranco Notargiacomo hanno un parallelo interesse per il senso della libertà da dare al colore, al dipingere, alla vitalità, alla palpitazione e alla profondità.
Giovanni Tommasi Ferroni. La sconfinata passione per la pittura e per la sua estesa cultura.
艺术是人类共通的语言,“以心灵映射万象,代山川而立言”。艺术的跨文化交流对推
动文明交流互鉴,促进民心相连相通,为国与国发展注入新活力有着特殊价值与历史意义
。
“当米兰遇上温州——中意艺术家温州写生与展览”是“遇上”系列的第五场活动,由温
州市文化广电旅游局、温州市人民政府外事办公室、温州市人民政府新闻办公室、永嘉县
人民政府联合主办,活动还得到了意大利布雷拉美术学院(Accademia di Belle Arti di
Brera)的大力支持。活动邀请到了17名中意双方艺术家来温共同参与为期10天的艺术展
览、实地写生、学术交流和讲座等系列活动,通过人员往来和专业层面的交流探讨,促进
东亚文化之都温州与欧洲文化之都的艺术交流,为中意两国文化艺术机构、院校、艺术家
及业界人士提供更多相互启迪与深入合作的机会。
参展理论家
Andrea Del Guercio
1954年出生于罗马,现居米兰(意大利)和弗莱格堡(德国)之间。Mina Gregori的学
生,Scuola Longhiana的学者,于1978年年毕业于佛罗伦萨大学的中世纪和现代艺术史
专业。曾在乌尔比诺学院,佛罗伦萨和弗罗西诺内任教,在纽约工作室学校任教,并在美
国,德国,法国和瑞士的大学和博物馆讲学。现任米兰布雷拉艺术学院当代艺术史教授。
曾是Raffaele De Grada的助手和Giovanni Carandente的合作者。他与皮耶兰格
洛·塞奎里(Monorsignor Pierangelo Sequeri)先生共同创立了意大利北部神圣艺术与人
类学系。
温州——艺术家驻留计划
安德烈亚··德尔·古尔丘
creatività.
G.Cattani
乔治·卡塔尼(Giorgio Cattani):诗歌的 "形而上学",核心价值为行动与存在
乔治·卡塔尼,求学威尼斯美术学院,曾任威尼斯美术学院米兰美术学院教师。生于费拉
拉 (Ferrara) ,具有深厚文化底蕴,也极具创新精神,尤为关注影像艺术。我们认为其绘
画作品及装置作品体现出诗歌的“形而上学”这一技法,这也是艺术家的秉性及创作中的核
心元素。我曾为卡塔尼编写过专著,巨著详细阐述了他从“第二前卫艺术”巨擘转至“绘画
文化重生”代表人物的历程,其中交错着一种基于亲密性表现语言的视觉元素。因此,空
间的方法也借由管理日常生活中的“片段”来呈现,插入并编排在图像叙事中,这是思想情
感延伸的恒久存在,是记忆的对话,是对过去“价值”的重新发现。 我们相信,卡塔尼这
次全新的中国之旅将会带来更深刻的思考和创造力。
这是一本设计精美考究的煌煌巨作,记录了巴黎和温州艺术家代表团开展的数个展
览和艺术项目(包括独立项目及合作项目),反映出艺术家们对表现手法的探究思考及美
学呈现。基于此前的成功经验,我有幸收到项目组织者邀请,负责策划系列活动,组织起
一支可代表意大利创造力水平的队伍,尤其需以米兰成为贯通各个当代艺术流派的集结地
。
鉴于此,也考虑到需遵循在当代艺术体系中进行交流和对比的实操性原则,我提议
以“艺术家驻留”为题,这既体现出所选派艺术家的筛选原则,亦不忽视在相同审美维度下
的研究价值和比较可能:“驻留”一词体现出一种思考本质,源自旅行感知,源自在新颖的
城市中驻留,源自仅通过历史艺术文化这一过滤网对景观的理解。邂逅中国古代典雅传统
下诞生的图像材料,遵循一种可催生创造性阐述及“实地创作”的学习过程(请允许我在此
“预告”一下)。古往今来,艺术家们在遥远地方的“教育旅行”和“驻留”造就了非凡遗产,
这表明“审美碰撞”可催生创新思维,实现艺术研究的创新。我想特别提及在欧洲普遍存在
的东方主义倾向,即主要选取中国传统艺术中风格化的元素、图像、色彩布置等。在整个
欧洲大陆的博物馆及文人遗产中均可找到佐证,这些艺术作品是深厚的研究成果,是对风
景和习俗、宗教和哲学思想的记录,各时期的委托项目体现出这种高级文化形式的重要性
。宏伟的贵族住宅见证了环境装饰体系和珍贵家具收藏的流行趋势,不同时代的重要艺术
作品遵循一条体现出各时代不同审美趣味的路径,经由时尚、表现方式、栖息地风格进而
拓宽审美边界,缔造绘画历史。这是广为流传的“视觉叙事”,与那场在“黑色”非洲艺术中
寻找人类学维度。那场通过表现主义和野兽派手法“抹去”所有珍贵及无限细微之处的艺术
潮流大相径庭。
联想到这段崇高且厚重的“历史”,我提议“旅程”这一主题,旅程亦是“驻留”。也就是
说,“静止”和“参与”空间将转变为可操作的创作。这是我们与艺术家及专业策展人张鹿鸣
的共同目标,即受邀艺术家应具备敏锐的觉察力,可“颠覆”其艺术创作。我们应力图让每
个艺术家通过旅行和交流“抄录”下自己的经验维度,实现与广阔中国及温州市这片历经沧
海变化,既拥有自然景观,也具有现代建筑和城市文化的广袤空间的亲密接触。
从反思和批判性贡献层面来说,我想补充一点,受邀艺术家能够共同或单独地呈现
出意大利当代艺术。尽管他们处在全球视觉语言的共同范畴内,仍具有个体特殊性,可实
现不同主题及表现方式相互碰撞。七位独立自主的艺术家,敏锐独特,是时代见证者,其
作品留存着当下的记忆。艺术家的独特则意味着视觉语言将如万花筒般多维,与当代艺术
系统趋于重复经典的倾向形成鲜明对比。从文化角度来说,我们必须点出当代欧洲和意大
利艺术的“开放性”,能避免可预测的重复,突破仅以市场为导向的展览策略。不论东方和
西方、北方和南方的艺术文化,国际艺术文化的财富与历史遗产一样,复杂而丰饶,无数
创作者均已以作品加以阐释,在我们此次倡议中,受邀艺术家更是如此。每个艺术家和每
件作品都代表了全球全景的特定部分,是对复杂多维现实的深入探寻,是对个体与集体之
间关系的公正记录。每种不同的作品,包括绘画、雕塑、手工制品的安装等,图像积累的
过程、分析思索的途径,都是展出艺术欣赏过程中的“驻留站”。我们既可以独立看待艺术
,亦可以投身至集体语境,而这也是参与此次“驻留计划”中国艺术家的初衷,我们也希望
能够提出相关的合作形式和表达方式。