Il surrealismo e altre avanguardie
Il surrealismo è stato il gruppo d’avanguardia più appariscente del Novecento. Le ricerche d’avanguardia sono state numerose – cubismo, fauvismo, astrazione di diversi tipi, poi dei gruppi come Il Blaue Reiter oppure Die Brüke, o ancora il Novecento. Senza parlare delle imprese più individualistiche come la Scuola di Parigi tra le due guerre e, dopo, della Scuola di New York. Le correnti si sono moltiplicate, come lo Spazialismo creato da Lucio Fontana, e poi Fluxus, il Lettrismo, il MAC. La lista sarebbe lunga.
Ma in questo contesto vivace, il surrealismo è forse quello che ha lasciato una traccia più profonda. Quando André Breton, nel 1924, scrive il Manifesto del surrealismo, poco dopo il successo del dadaismo a Parigi, l’impatto non è spettacolare. Certo, tanti artisti raggiungono il gruppetto, e degli scrittori di valore aderiscono alle nuove idee, come Louis Aragon, Benjamin Péret, Georges Bataille, Antonin Artaud. Ma pochi rimangono fedeli al surrealismo di Breton che voleva governare questo piccolo mondo in modo con autoritario.
Da Max Ernst, Salavador Dalì, Hans Bellmer, Toyen a René Magritte, Unica Zürn, Alberto Giacometti
Il surrealismo è stato per ciascuno di loro un momento della propria storia. Anche per Max Ernst, Salavador Dalì, Hans Bellmer, Toyen, René Magritte, Unica Zürn, Alberto Giacometti, Joan Mirò, Leonor Fini, Yves Tanguy, Valentine Hugo, anche Pablo Picasso (cito solo una piccala parte di loro); ma hanno spesso dovuto lasciare questa comunità perché divisa da conntroversie di tutti i tipi.
Dopo la seconda Guerra mondiale, il surrealismo è diventato un’associazione che non aveva quasi più la minima visibilità, ma già una storia studiata nelle università. Un bel paradosso.
La mostra presentata al Mudec di Milano
Una grande parte della collezione del museo Boijmans van Beuingen di Rotterdam. Enfasi su Magritte, Dalì e Man Ray. Questa scelta è arbitraria. Tra gli altri artisti, Marcel Duchamp, certamente una delle figure più significative del Novecento.
Il percorso è molto ricco e pieno di sorprese. Si può anche vedere il filmato di René Clair, Entr’acte, musica di Erik Satie oppure Le Chien andalou, di Luis Buňuel e di Dalì. La letteratura non è dimenticata ed ecco i giochi come “les cadavres exquis”. La diversità delle scelte formali è anche molto chiaramente espressa.
Questa mostra non ha un obiettivo storico o didattico. Ē una bella passeggiata dentro un universo colmo di invenzioni e di curiosità. Si impara con piacere, senza dovere seguire una lezione o ascoltare spiegazioni noiose. Basta aprire gli occhi e vedere come queste donne e questi uomini hanno provato a tradurre il mondo del loro tempo con un assenza totale di conformismo, ma con umorismo e anche una certa interpretazione delle cose che si trasformano sotto une luce sconvolgente.
Il catalogo della mostra è a cura di d’Els Hosk e Alessandro Nigro, edizioni Il Sole 24Ore. Merita di essere vista sia da chi conosce l’universo del surrealismo, sia da chi lo ignora.
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