La coreografa-regista e il suo lavoro Crowd
Sono molti i temi cari alla coreografa e regista franco-austriaca Gisèle Vienne: i rapporti fra i giovani e le loro interazioni sociali, le modalità e gli sviluppi di tali rapporti e il prevalere delle pulsioni sulla volontà. Temi che da oltre un ventennio la Vienne affronta e traduce in rappresentazioni teatrali attraverso la fusione di testi, drammaturgie, danze e musica techno.

Crowd nasce come opera per quindici ballerini che si muovono in uno spazio scenico che evoca un luogo nel quale si svolge una festa rave. Il palco è ricoperto di terra, polvere, fango che ricoprirà i danzatori nel dispiegarsi del ballo al suono di una playlist techno scelta con cura dalla Vienne.
Techno e danza
Su sonorità in cui il ritmo prevale sulle armonie, i ballerini trasformano la festa popolare in un rito laico con movimenti ora lentissimi – lo slow motion che mostra in modo in cui, in una pellicola, ogni singolo fotogramma contribuisce all’analisi precisa della mimica facciale. I movimenti delle braccia, la postura delle gambe e dei piedi dei ballerini sono ora stroboscopici (e l’azione teatrale e coreografica si cristalliza), ora velocissimi, ripetitivi, meccanici dovuti alla tecnica play mobil.
I danzatori – ora fuori tempo ritmico ora, invece, in sincronia con esso – creano l’atmosfera tipica di un rituale laico/politico che inneggia alla libertà. I movimenti aritmici, gli ampi movimenti delle braccia riconducono a certa iconografia classica religiosa, come la Passione di Cristo.
Il tema del rito
Tuttavia, senza volere tracciare alcun parallelo con l’iconografia sacra, si può affermare che nella danza che propone Vienne sia alla ricerca di radici antiche. Nulla di casuale né d’improvvisato, piuttosto un rito contemporaneo nel quale l’estasi non è frutto di una professione di fede; è dovuta all’uso di sostanze psicotrope. E così, dall’estasi religiosa si passa alla catarsi chimica, in un clima in cui campeggia l’assoluta incapacità del singolo individuo di relazionarsi agli altri. Quasi un manifesto della solitudine umana e dell’individualismo dei giorni d’oggi.
Da Crowd a Étude 6. On Crowd
Da Crowd è estratto Étude 6. On Crowd. Gisèle Vienne, con la sua rappresentazione in prima italiana al FOG Performing Arts Festival di Triennale Milano, ha entusiasmato il pubblico. Merito anche dei talentuosi ballerini Sophie Demeyer e Theo Livesey. La performance ha offerto una visione intensa e intima della complessità delle emozioni umane, che è peraltro tema centrale nel lavoro di Vienne.
Dalla “festa” alla solitudine
Étude 6. On Crowd si concentra su due soli personaggi di Crowd, privati della folla e posti ad interagire uno verso l’altro. La coreografia, come già accennato, è meticolosa, studiatissima, realizzata insieme ai due danzatori abilissimi nel distorcere la variabile tempo distendendo o accorciando l’esecuzione dei movimenti.
Vienne guida gli spettatori in un viaggio attraverso i momenti di connessione e isolamento, gioia e malinconia, che caratterizzano le esperienze umane condivise. Il sonoro contribuisce all’obiettivo della regista ed è costituito dagli stessi pezzi di musica techno scelti per Crowd sui quali Sophie Demeyer e Theo Livesey si muovono secondo gli stilemi di Vienne. Le luci, affidate a Iannis Japiot, sostengono la musica e creano effetti/ombre dei danzatori, e sono visivamente efficaci nel rappresentarne l’isolamento, la vicinanza, i mutevoli stati d’animo di due corpi ancora sotto l’effetto della “festa” techno.
Una sintesi fra linguaggi
I due ballerini, le cui abilità tecniche e qualità interpretative sono amplificate dagli stili di danza tipici della Vienne, hanno incarnato perfettamente la visione della coreo-regista creando una performance dotata di potenza emotiva e sintesi espressiva. Vale la pena sottolineare la capacità di Vienne nel combinare movimento, musica e scenografia per creare un’esperienza immersiva e coinvolgente, sempre all’insegna di attualità e sperimentazione.
Come tutte le opere di Gisèle Vienne, Étude 6. On Crowd offre al pubblico una lettura antropologico-culturale della gioventù, sempre più sola, abbandonata ai propri istinti e alla ricerca di spazi di libertà al di fuori degli stereotipi “politicamente” imposti e lontani delle regole sociali.
Étude 6. On Crowd concezione e coreografia: Gisèle Vienne
con: Sophie Demeyer, TheoLivesey
musica: UndergroundResistance, KTL, Vapour Space, DJ Rolando, Drexciya, The Martian, Choice, Jeff Mills, Peter Rehberg, Manuel Göttsching, Sun Electric e Global Communication
suono: Adrien Michel
luci: Iannis Japiot
produzione e tournée: Alma Office-Camille Queval e Anne-Lise Gobin
produzione: DACM /Compagnie Gisèle Vienne
La Compagnie Gisèle Vienne è supportata dal Ministère de la Culture et de la Communication-DRAC Grand Est, Regione Grand Est e Città di Strasburgo. La compagnia è supportata dall’Institut Français per le tournée internazionali
Gisèle Vienne è artista associata al Chaillot-théâtre national de la danse, MC2 : Grenoble; al Volcan-Scène nationale du Havre e alThéâtre National de Bretagne-Centre Européen Théâtral et Chorégraphique con il supporto diFondazione Nuovi Mecenati–Fondazione franco-italiana di sostegnoalla creazione contemporane
Spettacolo andato in scena il 7 e l’8 marzo a Triennale Teatro Milano, Festival FOG edizione 2025.