Castellucci e Ancarani alla Triennale di Milano

Castellucci e Ancarani alla Triennale di Milano
Foto Alex Majoli, Courtesy Triennale Milano

“Sei mai stato libero?” Così recita un cartellone pubblicitario in un corridoio della metropolitana milanese. Strani passeggeri si affollano in una camminata lenta e sincopata. Portano sulle spalle il peso delle proprie vite passate. Sono scheletri, gli scheletri in marcia pensati da Romeo Castellucci, che Yuri Ancarani ha filmato, dando vita all’opera di venti minuti “Milano, presentata in prima nazionale il 3 aprile scorso alla Triennale Milano che, con  Fondation Cartier pour l’art contemporain, ha prodotto il progetto.

Due artisti, Romeo Castellucci e Yuri Ancarani

Romeo Castellucci (Cesena, 1960), Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia 2013 per il Settore Teatro, è autore e regista di performance d’avanguardia. É conosciuto in tutto il mondo per il suo linguaggio scenico polimorfo nel quale l’estetica dei movimenti, dei corpi, trova il suo corrispettivo nell’estetica dei suoni, delle luci, delle ombre, originando una  armonica consonanza tra differenti forme d’arte. Grand Invitée per il periodo 2021-2024 di Triennale Milano,  Castellucci è l’ideatore del progetto ispirato alla danse macabre medioevale. Un genere che ha assunto valore simbolico durante l’esplosione della peste bubbonica nella metà del 1300. La morte, l’ineluttabilità del suo arrivo e la totale impotenza dell’uomo di fronte ad essa.

Yuri Ancarani (Ravenna, 1972), artista visuale, regista  fra i più acclamati nel panorama internazionale, ha trasfigurato in immagini il pensiero di Castellucci, nonostante fra i due vi siano differenze di canoni estetici. Ancarani è autore di lungometraggi come Atlantide, presentato in concorso alla Biennale del Cinema di Venezia 2021, proiettato al MoMA per una settimana a marzo e dal 5 aprile all’ Hammer Museum di Los Angeles. L’artista non è inquadrabile in una categoria artistica, non ama le etichette, si sente libero di utilizzare gli strumenti più appropriati alle proprie necessità espressive.

“Milano”, la promenade degli scheletri

Dall’incontro fra Castellucci e Ancarani si origina “Milano”, questa passeggiata di cento scheletri, mossi da figuranti completamente coperti da costumi neri, convenuti nel centro della città. Su chiamata di Triennale e Socìetas Raffaello Sanzio (compagnia fondata nel 1981 da Claudia e Romeo Castellucci con Chiara e Paolo Guidi) cento comparse hanno preso parte alla “promenade”. Si sono trovati in luoghi diversi, nella notte fra il 20 e il 21 novembre 2021, senza alcuna informazione aggiuntiva. La danza dei morti doveva rimanere un segreto e tale è stato fino alla proiezione.

Una marcia durata un’ora, durante la quale gli scheletri si sono aggirati per il centro della città percorrendo strade affollate anche durante un sabato notte. Dal Castello Sforzesco a piazza del Duomo, passando per via Dante. 

Cadenzati dai ritmi cimiteriali di campane e bassi vibranti creati dallo statunitense Scott Gibbons  (che collabora con con Castellucci da quindici anni), gli scheletri bianchi si stagliano nella nera notte milanese. Il bianco e nero, scelto per la realizzazione, veste alla perfezione la visione e contribuisce a formare la lugubre atmosfera.

Castellucci e Ancarani alla Triennale di Milano
Foto Alex Majoli, Courtesy Triennale Milano

Di fronte alla vita che vibra, gli scheletri si riprendono la propria. Di notte, liberi di appropriarsi degli spazi lasciati dai vivi. Liberi di mostrarsi e di mostrare che la bellezza non origina solo da ciò che è esteticamente bello. Ricordando che l’orrido sublima in bellezza assoluta e Castellucci e Ancarani lo hanno dimostrato.

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