La banda della “Uno bianca”, un convegno 30 anni dopo

La banda della “Uno bianca”, un convegno 30 anni dopo
Due dei relatori al convegno, da sinistra: Maro Vallerignani e Alessandro Ceci

La banda della uno bianca, un convegno a Osimo

Nel ventottesimo anniversario della cattura dei componenti della banda della “uno bianca”, il 29 novembre nella suggestiva cornice del teatro “Nuova fenice” di Osimo (Ancona) si è tenuto un seminario scientifico che ha ripercorso una delle più gravi vicende criminali del dopoguerra che ha imperversato nel territorio emiliano e romagnolo ed ha lambito anche quello marchigiano.

Il simposio è stato organizzato dal Ce.A.S. – Centro Alti Studi, ente di ricerca sulle scienze sociali con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Osimo.

L’approccio multi e transdisciplinare

Per la prima volta, attraverso un approccio multidisciplinare e transdisciplinare che ha integrato la realtà investigativa, le scienze criminalistiche e la semantica del crimine,  sono state analizzati i delitti perpetrati dalla famigerata banda della “uno bianca”, dalla sua genesi alla sua disarticolazione. In particolare, è stata affrontata l’incidenza che i delitti commessi dal consesso criminale nella regione Marche e la definizione criminologica e criminalistica della vicenda mediante lo studio delle azioni e degli autori dei reati.

Investigatori, magistrati e intellettuali

Il convegno si è aperto con i saluti istituzionali e i ringraziamenti alle autorità civili, militari e religiose presenti da parte del sindaco di Osimo, Simone Pugnaloni, sindaco di Osimo. Ha introdotto, quale moderatore, Diego Frontini, che ha passato la parola a Luciano Baglioni, già sostituto commissario della squadra mobile di Rimini. Egli e Pietro Costanza furono gli investigatori che diedero un volto ai componenti della banda attraverso l’individuazione dei fratelli Savi. Il magistrato Daniele Paci della Procura della Repubblica di Ancona ha ripercorso le dinamiche investigative, fino alla conclusione della vicenda processuale.

I lavori sono proseguiti con contributi alla semantica del crimine. Ad esempio, quelli del prof. Alessandro Ceci, epistemologo, criminologo e direttore scientifico del Ce.A.S., del dr.Marco Vallerignani, criminalista ed esperto di Glocal analysis crime e della dr.ssa Mirka Mantoan, criminalista forense e consulente grafologo peritale-giudiziario.

La disgregazione della banda della una bianca, un esempio di sinergia

La giornata di studio è stata densa di contenuti. A 28 anni dagli ultimi arresti che hanno sgominato la banda, si è voluto ricordare che non esiste una categorizzazione delle vittime perché il dolore non si può quantificare. I relatori hanno sottolineato che per arginare una fenomenologia criminale è necessaria una ricerca rigorosa assieme alla sinergia di tutte le forze coinvolte al fine di dare un volto alle icone immaginifiche di un incubo e riportarle ad una dimensione di realtà. In questo la semantica del crimine è in grado di fornire un utile contributo teorico ed epistemologico. Infine, è stato dato spazio alle domande e agli interventi del folto pubblico che ha assistito all’evento.