Gelide adiacenze: Anna Weyant e Koyo Kouoh

Gelide adiacenze: Anna Weyant e Koyo Kouoh
Here, My Dear, 2024. 121,6 x x91,3 cm, © Anna Weyant, foto Maris Hutchinson. Ph https://gagosian.com/

Nominata curatrice della Biennale Arte di Venezia, ma, come è noto, Koyo Kouoh (Cameroon-Svizzera) è morta improvvisamente il maggio scorso, a 57 anni. Avevo intravisto un filo rosso tra lei e Anna Weyant, artista ventottenne della scuderia della Gagosian Gallery che annovera autori super affermati come John Currin.

Sono da considerare due figure centrali del parterre dell’Arte Contemporanea. Dopo la messa in soffitta dei movimenti Woke prevale tra i protagonisti un clima di adiacenze non conflittuali, fredde talvolta gelide. Traiettorie senza tangenze.

Anna Weyant

Ad Anna Weyant è stato attribuito un flirt con Larry Gagosian. Un tempo accadeva con una certa frequenza tra artisti e critici. Larry Gagosian ha negato l’esistenza di qualsiasi relazione sentimentale con lei e ha dichiarato:” I’m just tryng to protect her from the big bad wolves” (Sto solo tentando di proteggerla dai lupi cattivi, ndr).

Il Wall Street Journal ha definito Anna Weyant “una millenial che ama Botticelli ma anche figlia della arte olandese del Secolo d’Oro” cioè il Diciassettesimo. Nel suo parterre di maestri, mentori e genitori si va da Frans Hals e Judith Leyster da Ellen Berkenblit a Jennifer Packer.

House External, olio su tela, 121,9 x 91,4 cm, © Anna Weyant, foto Rob McKeever. Ph https://gagosian.com/

Il successo arriva improvviso. Lei è arrivata da poco a New York dallo stato canadese dell’Alberta. Jerry Saltz la nomina in un lungo articolo dedicato a New American Painters. Ma prima ancora l’ave

va segnalata su Telegram. Era stato il primo passo. Nel frattempo, diventa l’assistente di studio di Cynthia Talmadge. Poco dopo viene arruolata da Blum&Poe a Los Angeles.

That’s All Folks, olio su tela 121,9 x x91,4 cm, © Anna Weyant, foto Owen Conway. Ph https://gagosian.com/

Anna Weyant è l’espressione di un’America introversa attenta al fronte domestico più che a quello internazionale.  Figlia di un giudice e di un investment banker, Anna Weyant è aliena fino in fondo agli eroismi dell’action painting o alla involontaria monumentalizzazione degli oggetti come agito dalla Pop Art. Il suo mondo è popolato da ragazze a loro agio in una perturbante “darkness “. Il surreale intrinseco alla loro presentazione vorrebbe alludere a conflitti psicologici ma su questo lei è restia a parlarne.

Il mondo dell’Arte Contemporanea di New York è sbalordito che lei sia l’unica artista sotto i 30 anni a far parte della scuderia di Gagosian, solitamente una meta ambita dopo una lunga carriera. Anna Weyant trova Picasso noioso e invece sommamente attraente Balthus. Lo rafforza con una vena pornografica aggiunta da lei.

Anna Weyant coltiva un’idea di un Regionalismo occidentalista che semplicemente si affianca ad altre scene in un rapporto non conflittuale di adiacenza.

Koyo Kouoh

Di un altro regionalismo era espressione Koyo Kouoh, che avrebbe diretto la prossima Biennale d’Arte edizione 2026. Nata in Camerun, vive per una decina di anni a Zurigo dove si laurea in economia. Pubblica “Sorelle d’Africa” e nel 1995 frustrata dal razzismo anti africano si trasferisce a Dakar in Senegal dove entra nel mondo dell’Arte e si forma nella vivace vita culturale.

Tra le amiche intime conta Otobong Nkanga e Julie Mehretu. L’artista senegalese Issa Samb è stato il suo principale mentore. Per Koyo Kouoh l’arte era materialità e oggetti ma successivamente, grazie a Issa, diventa una filosofia di vita.

Ha fatto parte di team di Documenta 12 (2007) e Documenta 13 (2012). Poi viene la mostra “Body Talk: Feminism, Sexuality the Body in the Works of Six African Women Artist”.  Da qualche anno era il direttore esecutivo dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa, forse il principale dell’Africa dedicato al Contemporaneo.

Koyo Kouoh si è concentrata esclusivamente a realizzare mostre su artisti africani e della diaspora africana nel mondo. Circa la Biennale d’Arte 2026, a Venezia, era molto cauta.

Se Anna Weyant è una rappresentante del Neoregionalismo americano, Koyo Kouoh lo era di quello africano. Non è un caso che le identità dell’Occidente e del grande Sud trovino in un artista e in una critica le proprie depositarie temporanee.

La novità consiste nell’adiacenza pacifica e nell’autoriflessione su sé stessi senza territori di conquista. Non a caso Koyo Kouoh criticava in modo severo l’idea di scoperta – “I discovered, I discovered” – da lei era definita estremamente pretenziosa.

Anna Weyant e Koyo Kouoh, in comune una passione: collezionare scarpe per alleviare gli stati di tensione. Anche Koyo confessava che per rifocalizzarsi nulla di meglio che una ricerca/riconsiderazione delle file di scarpe allineate sui ripiani, come Anna continua a fare.

Still life with fruit and a vase, 2023, Ph https://annaweyant.com/2023