Silenzioso e riservato, per tutta la vita, così come vicino alla sua fine.
Franco Battiato ha lasciato questo mondo che ha contribuito a rendere libero da stilemi ed etichette. Compositore, musicista, autore, regista, Battiato, nato nel 1945, è avanguardia pura negli anni settanta, che lascia poi il passo, negli anni ottanta, alla sagace invasione di campo nel commerciale, con musica, parole e azioni che si intersecano. È il momento della produzione musicale che si avvale del contributo dei video, cortometraggi che nel caso di Battiato sono pillole benefiche che curano, specialmente in rapporto all’Edonismo Reaganiano. Quasi uno sberleffo alle barocche produzioni musicali coeve, gli anni ottanta degli yuppies, dei locali notturni, della disco, dei Duran Duran. Lui contrapponeva una intelligente e creativa alternativa musicale che piaceva anche a chi non facilmente ne capiva il significato.
Definirlo artista più che musicista, performer più che cantante, significa collocarlo nel suo naturale terreno di azione. Le sue creazioni sono quanto di più straordinario vi sia, anche quando ammantate da melodie accattivanti e orecchiabili (Centro di gravità permanente del 1981 o Bandiera bianca del 1987). Le sonorità sono sempre raffinate, il prodotto di studio e ricerca sulla contemporaneità e sulla tradizione, come nel caso dei suoi arrangiamenti della musica tradizionale irachena in occasione del concerto a Baghdad nel 1992.
Colto e per lungo tempo “vestito” di ascetismo, anche quando raggiungibile dal pubblico di massa, proprio nell’atto performativo era capace di essere o sembrare.
Dalla lava dell’Etna, dura, nera, dalla sua casa di Milo, tutto è come sembra. Adesso il silenzio del suo talento risulta asimmetrico alla sua voce profonda e non silenziabile.
Everything is as it appears
Silent and withdrawn over the whole of his life, even near his end. Franco Battiato has left this world that he helped free from the stylistic features and labels. Musician, author, director, Battiato (born in 1945), is pure avant-garde in the 1970s. In the 1980s, he makes his music invade witly the commercial field, where music, words and actions interact. At that moment the musical production used the support of videos, short films which, in Battiato’s case, thanks to his non totally popular art at all, turned out into beneficial and curative pills, especially in relation to the so called Reaganian Hedonism. All this almost sounded as a mockery to the baroque musical productions, i.e. the time of yuppies, clubs, disco, Duran Duran to which he opposed an intelligent and creative musical alternative that everybody did like, even when they didn’t really understand everything.
Naming him an artist and a performer means emphasizing his natural terrain of action. His creations are extremely original, even when cloaked in captivating and readable melodies (Center of Permanent Gravity, 1981 or White Flag, 1987). The sounds were always refined as a result of serious study and research he experienced between present and tradition. An example is his interpretation of traditional Iraqi music for the concert in Baghdad in 1992.
Cultured and asceticism-dressed over a long time, even when he was understandable by the mass audience, anyway, when performing, he was capable of being or appear, according to his thought.
From Etna’s hard, black lava, from his home in Milo, everything is as it appears. Now, his silenced talent goes on asymmetrically to his unsilenceable deep voice.