Emop Berlino, obiettivo sui problemi del mondo

Ci sono poi le mostre sulla fotografia storica con tagli particolari, come, ad esempio al Sammlung Müller-Jentsch (Nollendorfstraße 35) Pionieri della fotografia di sci di Emanuel Gyger; altro nome: Arnold Klopfenstein, un’opera pionieristica nella fotografia di sci negli anni ’20 e ’30 quando questo sport era un’espressione di individualità e realizzazione di sé, lo spirito del tempo incarnato dal brivido della velocità, l’eleganza del controllo del corpo e la precisione tecnica. I due fotografi svizzeri furono maestri nel dirigere il gioco di luci e ombre, nell’utilizzo della retroilluminazione, e nelle tecniche per catturare movimenti dinamici. 

immagine capovolta di un ragazzo dai tratti orientali sdraiato su una distesa di erba con le braccia alzate
Atopie, Linda Kerstein senza titolo 2019 copyright Linda Kerstein

Non mancano mostre impegnate sui temi dell’ecologia. L’energia idroelettrica rappresenta attualmente la più grande minaccia per i fiumi. All’University of Applied Sciences Europe Berlin, Fachbereich Art & Design-Photography (Dessauer Straße 3-5) le foto di Il fiume Vjosa, il cuore blu dell’Europa mostrano il corso d’acqua naturale della Vjosa, lungo 270 km, uno dei fiumi più antichi dell’Europa sudorientale. 

Scorrendo dalla Grecia all’Albania, la Vjosa si snoda attraverso un’ampia valle che è l’habitat ideale per molte specie di uccelli migratori. Le terrazze fluviali sono utili agli abitanti del villaggio per l’agricoltura e l’allevamento, a cui lo sbarramento porrà fine, mentre la diversità dei pesci fornisce sostentamento ai pescatori locali. Nel corso dei prossimi anni, tuttavia, la prevista costruzione di otto centrali idroelettriche significa che il paesaggio e le città adiacenti sulle sue rive sono destinati a scomparire.

La ARTCO Galerie Berlin (Linienstraße 141) propone Roger Ballen, un grande della fotografia immaginifica i cui psicodrammi esistenziali qui approdano alla figura del personaggio di Roger il topo, un personaggio mascherato che vive la sua vita in un’enigmatica Johannesburg e che si circonda di topi e manichini raccolti da vari luoghi. Una condizione surreale, assurda, inquietante, poiché rivela molti aspetti repressi della condizione umana.

Minoranze, tradizioni e identità: temi affrontati da Marcus Glahn in  Cosa rimane e da Alina Simmelbauer al Projektraum Sankt Studio (Mittenwalder Straße 15). Con il successo popolare dei gruppi politici di destra la democrazia è improvvisamente in discussione. Sono immagini con carattere documentario che accostano memoria storica ed attualità. In García’s Daughter, Alina Simmelbauer presenta i figli di persone provenienti da “stati fratelli” socialisti sotto contratto per lavorare nella Germania dell’Est, dove non si sono mai integrati. O i sassoni della Transilvania di Marcus Glahn, una minoranza etnica che è il più antico gruppo esistente di coloni tedeschi nell’Europa orientale.

Al Südost Europa Kultur eV (Großbeerenstraße 88 2. OG) la mostra di York Wegerhoff, Luce ombrosa – 25 anni di Dayton, troppi stanno ancora combattendo la guerra in Bosnia. Migliaia di migranti bloccati lungo la rotta balcanica al confine esterno dell’UE in Bosnia-Erzegovina sono la conseguenza del fatto che, dopo il novembre 1995, anno dell’accordo di pace di Dayton che pose fine alla sanguinosa guerra civile in Bosnia ed Erzegovina dividendo il paese lungo linee etniche e religiose, ogni cambiamento potenzialmente positivo è stato stroncato sul nascere. Una seria sfida per l’UE, che qui è chiamata a dimostrare la sua volontà politica al fine di realizzare un vero cambiamento.

Alla Galleria Borch (Goethestraße 79) Fiona Tan si ispira a Tommaso Moro e alla sua Utopia con la mostra Ideas of Utopia (Idee di Utopia).

I suoi progetti di fotoincisione concepiscono la Los Angeles odierna come l’isola originale di Moro: una società ideale per i suoi abitanti.