Edgardo Abbozzo: tra arte e alchimia

Ovunque si acquatti / un essere vivente, / quello/ è testimone di Te! / è l’occhio con il quale / / Ti guardi! / e chi si guarda / / non è il Tuo io / ma la Tua persona (Edgardo Abbozzo)

Edgardo Abbozzo (1937-2004) è stato fra i maggiori artisti europei del Secondo Novecento. Pittore, scultore, incisore, orafo, scrittore di aforismi, didatta, organizzatore culturale, è fra gli artisti più innovativi e creativi della sua generazione in un’arte di pensiero e fra i maggiori di una filosofia degli elementi e del rapporto fra Arte ed Alchimia sin dagli anni Sessanta del Novecento, dopo una prima parte dedicata soprattutto nelle sculture in ceramica e ad una pittura di segno, alle grandi matrici di immaginazione materiale ed alle unità simboliche: dalla balena al mito di Pinocchio.

Un artista completo

Un artista a tutto campo che padroneggiava dalle tecniche antiche dell’oreficeria, della ceramica, degli smalti, a quelle più avanzate della luce laser, dei Led, alla materia illuminata con luce Wood, con una forte carica simbolica ed allegorica, con il disassamento dell’allegorico verso una nuova apertura, anche retorica, verso nuovi esiti immaginativi e figurali, di là da sterili contrapposizioni fra iconismo ed aniconismo.

I grandi temi e il pensiero

Fra i primi nell’utilizzo delle tecniche seriali per fare il pezzo unico e fra i pochi ad affrontare i grandi temi, squisitamente di pensiero, delle temporalità in rapporto con l’intemporale e l’atemporale, della luce, del mito, della coscienza, delle corporeità, delle figure fra visibile e invisibile, della figuralità di proiezione delle sue sculture in tondino di ferro, che opportunamente illuminate manifestano immagini ulteriori di carattere geometrico e numerologico, ed infine del sacro.

 

Edgardo Abbozzo, Senza titolo, acquaforte e acquatinta, c.m. 80 x 130, 1978 c.

 

La luce

Volendo enucleare una fenomenica per il solo aspetto del problema della luce (di molto e degli altri temi, luce, mito, allegoria…. ho trattato in saggi e cataloghi) nell’unità ambiente-luce/ombra, luce-geometria, dinamismo-luce, lungo le dominanti attive delle sorgenti e dell’illuminazione da sorgenti naturali o artificiali incidenti sull’opera e nella dialettica cosalità, materialità, immaterialità, potremmo distinguere:

  1. a) Luce-segno: in opere come Esseno, Zodiaco, Cattedrale, ecc., dove il laser, segno immateriale si fa visibile disegno grazie ad elementi di contrasto: fumi o vapori, lato attivo di disegno di luce, lato attivo di una metafisica luce/tenebra, luce immaterialità/materialità, ma anche illusionismo, lato illusionistico del dualismo luce/oscurità all’uno in una catottrica speculativa: «L’oscurità non esiste, l’oscurità è assenza di luce. Anche una fiamma appena accesa basta a disperdere un’oscurità antichissima» (Bhagwan Shree Rajneesch).
  2. b) Luce-cosa: con effetti di contenimento e di galleggiamento evocatorio nelle opere in cui compaiono piccoli LED o il neon. La sorgente viene plasmata sull’estensione dei tubi “contenitori”, dei tubi a scarica o viene “incastonata” come punto luminoso della “macchina simbolica”.
  3. c) Luce-traccia: nelle macchine per piegare la luce od in altre quali la Macchina rilevatrice, Macchina per vedere la luce, dove vengono impiegate tutte le risorse dell’ottica e dalla catottrica geometrica, impiegate lenti e specchi in una “macchina simbolica” in cui si dispiega – nel rapporto lenti, specchi, fiamma o altra sorgente, nel ribaltamento delle immagini, nella loro distorsione o nella focalizzazione, nelle manifestazioni molteplici dell’uno della sorgente, nella cattura dell’immagine ribaltata o meno sull’effimero della circolarità della striscia di carta, o nella cattura in una lente dell’immagine della fiamma – il lavorio della coscienza attraverso lo schermo materiale dell’immateriale.
  4. d) La cosa di luce: nel galleggiamento immateriale come negli acquerelli fosforescenti o/e fluorescenti ed ulteriori complicazioni nelle sequenze luce naturale/artificiale-Wood-buio.
  5. e) Utilizzo del video con telecamera: in funzione autoreferenziale di identità e di de-realizzazione nella percezione; incastonamento nella struttura plastica dell’opera, “organo” di un “pensiero” dell’opera, delle immagini come concetti, tipici degli effetti di apparato.

I punti a), b), c), d), trovano ulteriori sviluppi in opere quali Quadrato, Linea, Punto ecc., con gli effetti di cinetismo nella temporalizzazione dei LED o nella pulsazione delle lampade con la determinazione di altre componenti del simbolismo e della allegorizzazione della permanenza dell’intemporale nella temporalità.

Regina (Ceramiche BIagioli)
Il sacro

Ricordiamo per la tematica del sacro, di Abbozzo anche l’attività di “arredo”, soprattutto negli anni Cinquanta-Sessanta del secolo scorso, per numerose chiese d’Italia, insieme con Italo Tomassoni, ottimo disegnatore, anche di vetrate, e in seguito illustre critico di fama internazionale, anche se spesso queste opere di Abbozzo vengono attribuite al “mercante” che le ha commissionate.

A Piacenza la chiesa della SS. Trinità in via Manfredi su progetto dell’architetto Mario Bacciocchi, ha in facciata le modanature di Edgardo Abbozzo, e all’interno altre cose.

L’attività di didatta

Non dobbiamo trascurare poi l’attività di grande didatta, poco studiata, direttore a soli venticinque anni dell’Istituto d’arte di Deruta, dirigerà poi l’Istituto d’Arte e il corso superiore di Disegno Industriale di Firenze, quindi l’Accademia di belle Arti di Carrara, infine quella di Perugia.

I rapporti con l’estero, il ruolo al Ministero della Pubblica Istruzione

Inoltre la forte innovazione impressa (contatti internazionali e Scuola di Ulm “Hochschule für Gestaltung”, con Matin Krampen, e innovazione degli Istituti d’Arte e fondazione degli I.S.I.A. dalla trasformazione dei precedenti corsi di Disegno Industriale) nella sua attività dal 1976 al 1985 come Consigliere Nazionale al Ministero della Pubblica Istruzione.

Un uomo, Edgardo Abbozzo, di apertura e interessi “rinascimentali” che molto ha dato e la cui opera dà al nostro Paese e le cui opere stanno in collezioni e musei di quattro continenti.