“domani”, grave e doloroso

“domani”, grave e doloroso
Fotografia © Luca Del Pia

“Mi chiede cosa mi aspetti da questo lavoro audace e scandaloso: è molto semplice, mi aspetto tutto. […] Al punto in cui siamo questo lavoro è tutto. Scioglie una situazione dolorosa. Colpisce nel vivo una realtà neanche tanto spaventevole da farci disperare di esistere.[…]. Lo stesso significato delle cose è dato dalla loro asprezza, e l’asprezza dà una specie di nudità perfetta. […]. Il suo stato di fantasma donna spiritualmente crocifissa, le procura lucidità da veggenti”. Sono parole di Antonine Artaud in  Lettre à Ida Mortemart alias Domenica, inclusa nel programma di sala del testo Victor ou Les Enfants au Pouvoir del surrealista Roger Vitrac. Era il 1928. 

Ieri, oggi , domani

Parole universali che si adattano a qualunque tempo, al nostro tempo, al dopo, al domani. Tutto ciò che il drammaturgo francese Artaud proclamava, in aperta critica con il teatro della decorazione, puntava alla nascita di una forma d’arte visiva (il teatro) spogliata da di ogni orpello. Inoltre: indipendente dal testo, incarnata nei corpi degli attori, risultato della fusione fra linguaggi differenti. 

domani” è il titolo che Romeo Castellucci ha dato alla performance presentata in questi giorni alla Triennale di Milano, che dal 15 luglio fino all’11 dicembre 2022 ospiterà la 23° Esposizione Internazionale intitolata Unknown Unknows. An Introduction to Mysteries. Castellucci si addentra nel tema dell’esposizione e ne offre una simbolica fotografia vivente.

La performance di Castellucci

Un futuro pesante, in un ampio spazio. Una donna, un leggero e fragile tronco secco di albero, una scarpa da bambino che incarna ciò che verrà dopo il cammino, il passo in avanti (la performer spinge la scarpa co suo lungo bastone, quasi metafora della croce). Pareti bianche diventano muri da abbattere e tremanti sotto l’effetto sonoro, vicino al boato, creato dal sounder Scott Gibbons.

La performance è affidata tutta alla performer, Ana Lucia Barbosa. Tutto si basa sui movimenti del suo corpo e sul principio della sottrazione. Come in un’immagine a bassa definizione, i movimenti del corpo sono lenti, sgranati, disperati e disperanti, graziati, irritanti. L’irrappresentabile fa mostra di sé di fronte a spettatori muti e immobili, inconsapevoli simboli della crudele verità sull’umano.

Il simbolismo di domani

Nessuna scenografia, solo l’agire nello spazio vuoto, con pochi elementi visivo-simbolici: il trucco farinoso votato all’immagine della sofferenza, una lunga camicia chiara che vela o disvela a seconda dei movimenti dell’attrice. Una povertà grotowskiana ossuta, una crudezza verghianamente inesorabile. 

I lavori di Castellucci, a volte impenetrabili, sono sempre trafiggenti. Il domani è spaventoso. L’autore ne fa una trasfigurazione visiva che in loop restituisce il senso di distruzione, di gravità, guardando dritto alle nostre vigliacche coscienze.  

domani, concezione e direzione: Romeo Castellucci; musica: Scott Gibbons; con: Ana Lucia Barbosa. Produzione di Triennale Milano e Societas production commissionata per la 23° Esposizione Internazionale Unknown Unknows. An Introduction to Mysteries. Triennale Milano fino al 5 giugno 2022. Per gli orari consultare il sito https://triennale.org/eventi/romeo-castellucci-domani

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