La mia Africa

gruppo di persone di colore di varie età in mezzo alla natura. In mezzo a loro una donna bianca con i capellli biondi

Tutto ha inizio nel 2014, quando, durante un viaggio di piacere in Tanzania ed in particolare nell’isola di Zanzibar, io e una amica abbiamo conosciuto alcuni Masai, che lavoravano nel villaggio turistico, ed altri (appartenenti alla stessa comunità familiare) che vendevano oggetti sulla spiaggia. La curiosità per le condizioni di vita di queste persone, che mi sembravano assolutamente incredibili, mi ha spinto nell’anno successivo a tornare in Tanzania, e ad andare nel loro villaggio di origine. Sono stata accolta in modo gioioso e con una generosità commovente; ma mi sono resa conto della situazione di povertà economica e culturale di questo popolo che ha grandissima dignità umana e serenità.

Questo ha dato inizio ad un’amicizia che tuttora continua. Aiutata inizialmente da alcuni amici, che sono via via aumentati, ho incominciato a sostenere questa comunità aiutandola ad affrontare le emergenze sanitarie e “adottando” la scolarizzazione dei bambini,

Da questo nasce l’esigenza dell’associazione denominata LeQuattroElle (il nome nasce dal proverbio Swahili La Leo Litende Leo: fai oggi quello di oggi). Nasce nell’aprile 2019, sede a Seveso (MB), dopo tre anni di presenza volontaria e di conoscenza della comunità Masai di Mkindi (insediamento Masai in Tanzania, nella regione di Tanga, vicino ad Handeni nella Masai Valley).

Dalla conoscenza delle persone e delle esigenze è sorto il desiderio di poter dare degli strumenti per migliorare le condizioni di povertà e di vita compatibilmente con riti e abitudini ancora piuttosto primitive. L’associazione pertanto in questi anni si è mossa su vari fronti. Intanto, dare la possibilità ai bambini di frequentare la scuola (attualmente sono 18 e, per 13 di loro, è la prima alfabetizzazione familiare), attraverso la forma dell’adozione a distanza. E certamente l’obiettivo è aumentare il numero degli scolari. C’è poi il problema dell’assistenza economica per i casi di gravi problemi di salute che richiedono il trasferimento in strutture lontane e specializzate. E tante altre cose belle, utili e necessarie: la costruzione di un gabinetto con locale doccia, un piccolo frutteto per l’auto-sostentamento delle comunità, sostegno economico per la coltivazione del mais, specie nei casi di necessità impellente o di siccità. A volte i soldi vengono solo prestati, e poi restituiti. C’è poi l’impegno nell’utilizzo di pannelli solari collegati ad una batteria da camion per poter avere un minimo di corrente elettrica per la notte (per potersi recare in bagno e ricaricare i cellulari).