Gotham, la chiroptera recensione

recensione loop

Se volete rivedere per l’ennesima volta la parabola dell’orfano miliardario che adora spaventare i cattivoni con una calzamaglia ed un mantello allora ecco una buona occasione.

Questa volta, il prequel, prendendosi grosse libertà, esplora il periodo che va dalla morte dei genitori alla comparsa del cavaliere oscuro.

Su Netflix l’intera saga, arrivata alla quinta stagione, ci mostra una città che passa da una classica criminalità mafiosa anni cinquanta ad una generazione di psicopatici sotto steroidi capaci di variegate atrocità .

Tutti gli elementi e i personaggi chiave che costellano le vicende del supereroe senza superpoteri vengono presi, rivisitati, a volte stravolti e ricomposti più volte. Forse anche troppo. Può capitare che dei nemici diventino alleati e poi ancora nemici per un numero di volte imbarazzante.
Interessante la scelta dei volti degli attori, particolarmente azzeccata per Bruce e Gordon. Le atmosfere visive (fotografia) sono una specie di noir carico, denso e , quasi teatrale. La recitazione caricaturale, a tratti infantile, ricordano il batman degli anni settanta (in certi casi ci si aspetta che saltino fuori le onomatopee durante le scazzottate), con un pizzico di cattiveria in più. Un mondo a sè in cui oggetti e architetture vintage convivono con cellulari e tecnologie avanzate.
Per far tornare i conti, certi episodi sono oggetto di forzature caleidoscopiche ed esagerazioni roboanti. Corpi che sono capaci di sopportare un numero di proiettili indefinito. Personaggi che sembrano il fulcro dell’affetto dei protagonisti che perdono la vita in modi raccapriccianti e vengono dimenticati nell’episodio successivo.
Ma forse può essere un modo per ricordarci che non si parla di persone, di un luogo o un periodo preciso ma il tutto si ambienta, come è sempre stato, nell’immaginario collettivo.
 E per la cronaca  “Chiroptera” è il nome scientifico dei pipistrelli.
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