La terza ondata

logo della rubrica Noi e il covid, che è l'immagine stilizzata di un virus a forma di palla bianca e rosa

Tutti hanno preteso di fare il Natale in libertà, soprattutto per andare in centro a Milano a comprare il panettone.

Già, come si fa a passare il Natale senza il panettone da distribuire ai familiari?

Poi tutti volevano andare a sciare… ma anche a fare le prime scampagnate verso il verde, fuori dalla città, sulle spiagge, per godere del primo sole.

Sono passati diversi mesi dalla seconda ondata, ogni giorno morivano centinaia di persone.

Forse non ci sarà la terza ondata, ci rassicuravano i virologi esperti nei mesi di dicembre, gennaio, febbraio 2021.

Ma a marzo, quando ancora, ogni giorno, i morti si contavano a centinaia, è arrivata la terza ondata.

La gente è sempre più impaurita: i vaccini sono pochi, qualcuno sospetta che addirittura facciano male.

Dove sono finiti gli striscioni alle finestre con la scritta “ce la faremo!”?

Non ci sono più risorse, soprattutto psicologiche; solo i più giovani continuano a ritrovarsi, per “stare insieme” a qualsiasi costo, in qualsiasi luogo.

La natura dei “giovani” ha sempre sfidato le regole repressive della società, e quindi loro sono sempre più impegnati a trasgredire i vari comandamenti degli anziani: la mascherina, non stare insieme, non fare festa, non mangiare e bere nei tanti locali che fanno fatica a chiudere.

È la terza ondata, si sa! Moriranno ancora migliaia di persone.

Se ci fossero stati i vaccini promessi, l’organizzazione per vaccinare migliaia e migliaia di persone al giorno… molti si sarebbero potuti salvare.