Josep, la recensione imprigionata

Il dovere di raccontare

Di fronte alla cecità dei grandi errori della storia si trovano le migliaia di vite dei singoli. Piccole vite, per alcuni, ma il vero ricettacolo di una umanità che con fatica cerca di ritrovarsi. Incastrati tra la guerra civile spagnola e la gendarmeria francese, si incontrano Josep e Serge, il narratore.
In quei disperati anni i profughi spagnoli (gli anarchici) venivano chiusi in campi e trattati come bestiame. L’occhio e la mano di Josep ne tracciano graffianti ricordi.
Quei disegni sono molto più che una testimonianza, racchiudono una sensibilità che si fa attraversare da tutto il dolore e l’ingiustizia vissuta.  

L’animazione e l’anima

La forza espressiva del disegno e la messa in scena del movimento, unitamente all’alito vivificante del sonoro, formano un amalgama  miracoloso. Le vie in cui ci hanno condotto le scelte dell’animazione industrializzata, quella americana, in particolare, hanno preso direzioni magniloquenti. L’animazione orientale, invece, punta a un dinamismo sempre più slanciato. Questo lavoro, dal canto suo, riporta in sé un sapore artigianale e dei tempi narrativi da capolavoro dei sentimenti. La storia, la crudezza della vita, l’amicizia, il ricordo e la speranza di un mondo senza guerre sono i suoi effetti speciali.

La semplicità della poesia non è un lavoro minore, è  profondità

Là dove incontriamo la capacità di tratteggiare un sentimento, una realtà, un ricordo o una vita in pochi gesti dobbiamo pensare alla forza di un gesto poetico capace di sintetizzare significati profondi come in un simbolo. Il tratto non è solo un segno ma è una tensione interiore, come nell’analisi grafologica porta con sé il carattere dell’autore. La forma non è solo una sagoma caricaturale, è mimica, espressività, a volte amplificazione espressiva, come in Munch o Otto dix. Il colore non è solo un completamento dell’immagine ma parla dei sentimenti di cui le scene sono intrise. Il seppiato polveroso dei campi ed il colore che solo alla fine conquista e rigenera l’anima di Josep. Grazie anche a Frida Kahlo e a quel calore sudamericano che passa anche dalla musica come armonia pacificante.

 

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