Intorno alla rinuncia di Berlusconi

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi

L’atmosfera a Villa S. Martino a Arcore è stata febbrile. Fino alla riunione di sabato 22 gennaio, quando Berlusconi ha annunciato che per senso di responsabilità avrebbe rinunciato alla candidatura alla presidenza della Repubblica. Poi la decisione di non partecipare nemmeno al vertice del Centrodestra. Secondo Berlusconi i numeri per l’elezione sono sempre stati sufficienti.

Mediaset, Banca Mediolanum e Mondadori

Inutile ricordare che Mediaset ha appena spostato la sede legale in Olanda. Banca Mediolanum è nel pieno della successione dopo la morte di Ennio Doris, suo fondatore. Mondadori attraversa finalmente un momento fortunato. Tutte e tre le aziende hanno i quartieri generali a Milano e area metropolitana. Poi ci sono gli interessi immobiliari dei figli del secondo matrimonio che, capitanati da Luigi Berlusconi, hanno trovato sbocco in Redilco, uno dei grandi player del Real estate nella Milano del boom di questi giorni.

Villa Grande a Roma, in precedenza residenza del regista Zeffirelli, era stata abbandonata perché inadatta all’intenso traffico di parlamentari che la stavano trasformando in una succursale del celebre Transatlantico a Montecitorio. Nel clima più discreto e sobrio di Arcore, appoggiato dalla famiglia,  Berlusconi ha potuto meglio valutare l’ambizione che fin dall’estate lo ha spinto alla corsa alla presidenza della Repubblica. Ambizione di cui, fin dagli anni alle elementari, aveva fatto menzione in un tema scolastico conservato dalla mamma.

L’operazione “Scoiattolo”

Il fondatore di Forza Italia ed ex primo ministro Berlusconi si sarebbe mostrato freddo e spassionato nelle valutazioni. L’operazione “Scoiattolo”, la corsa alla presidenza che trovava in Marta Fascina, attuale fidanzata del Cavaliere, l’ispiratrice e sostenitrice più accesa, ha perso nel giro di pochi giorni brillantezza e attrattività. I figli, sia di primo che secondo matrimonio, avrebbero manifestato le loro perplessità insieme a Fedele Confalonieri e Gianni Letta. Appena il quadro si è definito, la sua rinuncia è stata definitiva.

La partita decisiva dell’Europa dell’est

Ma nella realtà, la candidatura alla successione di Mattarella forse non è stata il polo principale della sua attenzione. Nelle fredde giornate trascorse a villa San Martino, la sua attenzione è stata tutta direzionata a Est. Là dove si gioca una partita decisiva dell’Europa nei suoi tormentati confini con la Russia. In Europa sono due le personalità che non ricoprono cariche politiche che possono ricevere una telefonata da Vladimir Putin: Gerhard Schroeder in Germania e Silvio Berlusconi in Italia. La delusione per non aver ricevuto questa telefonata avrebbe giocato un ruolo crescente nella riconfigurazione delle priorità da pubblico a privato. 

Ambizioso, irrealistico e surreale sono gli aggettivi più spesso usati per definire l’ambizione di Berlusconi diventare presidente. Ma nell’opposizione dei figli e nel cambiamento di inclinazione del patriarca, può aver giocato anche l’esempio sfortunato degli eredi Agnelli Elkann De Phalen e della loro tempestosa successione.

L’Italia è un paese caratterizzato da differenze di reddito ricchezza sempre più abissali. Sarebbe stato difficile far convivere il ruolo di presidente della Repubblica con quello di uno degli italiani più ricchi che lascia ai propri eredi larga parte del proprio patrimonio in quote azionarie di società site in invidiabili contesti fiscali completamente al di fuori dalla portata dell’italiano medio.

 

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