Fermenti tra Miart e Biennale di Venezia

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miart, Fiera Internazionale d'Arte Moderna e Contemporanea

Il Miart si reinventa

Dopo l’edizione conservatrice dell’anno passato, nel 2022, ad appena un mese dall’apertura della Biennale di Venezia, anche il Miart sperimenta un nuovo formato. Nicola Ricciardi nella parte di allenatore capo completa lo schieramento con due vice. Alberto Salvadori, responsabile della sezione Decades e direttore di ICA e Attilia Fattori Franchini, curatrice di Emergent.

Una ventina di gallerie e una sorta di filtro all’ingresso prima di accedere al Miart area senior. Molto simile alla torinese Artissima, con dosi di moderato pragmatismo, Miart bilancia un cocktail di scelte molto sofisticate con le condizioni culturali concreta dei collezionisti milanesi. L’impianto è tarato su un globalismo artistico senza critiche.

Attesa nervosa per la Biennale

La prossima Biennale d’Arte di Venezia, con la direzione di Cecilia Alemani, “Il latte dei sogni” (vedi anche: https://www.labiennale.org/it/arte/2022 ) apre aspettative nervose tra collezionisti, galleristi e critici a nemmeno un mese dalla sua apertura. È stato più rischioso essere prima, come è capitato al Miart, o sarebbe stato meglio finire dopo?

I pilastri dell’Arte Contemporanea a Milano Hangar Bicocca e Fondazione Prada sono arrivati puntuali. Steve McQueen, curatore Vincente Todoly, si presenta nelle navate industriali di Hangar con un gigantesco schermo su cui viene proiettata un’esplorazione intrisa di scetticismo sulle elusive promesse della Statua della Libertà di fronte a Manhattan donata dalla Francia nel 1886, simbolo che ha accolto milioni di migranti provenienti dall’Europa.

Elmgreen&Dragset hanno evitato le secche di Me&too, Cancel Culture, Critical Race Theory e con abilità estrema. Nessun appropriazionismo del corpo maschile, nessuna concessione alla presenza femminile. Una società disgiunta che ha lasciato interdetto e irritato parte del pubblico all’inaugurazione riservata alla Stampa, ampiamente rappresentata da giornaliste e giornalisti. Nessun corpo femminile nella galleria Nord dove si affronta il tema della casa, nella Cisterna dedicata al tempo libero e nemmeno nel podio dove trovano posto anche statue dell’antichità (già apparse in Serial Classics a cura di Salvatore Settis). In primo piano un ambiente di lavoro completamente neutrale dove piccoli oggetti della quotidianità o capi di abbigliamento, come una cravatta abbandonata, segnano le tracce di possibili esseri viventi.