Fermenti tra Miart e Biennale di Venezia

Cattelan e le rovine del PAC

Sulle pagine del Corriere della Sera si è tentata una polemica contro il padre di tutti gli artisti italiani degli ultimi vent’anni. Cattelan ha comperato in asta Lullaby: una quarantina di sacchi posati su due pallets contenenti le rovine del Pac (Padiglione d’Arte Contemporanea), raccolte dopo la strage di via Palestro del ’93. Vengono esposte nel Tempio Crematorio al Cimitero Monumentale, per poi essere ospitate al museo del Novecento donazione di Cattelan.

La zona con maggior densità di gallerie diventa quella lungo Corso Buenos Aires: Fanta, Castiglioni, Martina Sineti, Spazio Lima e Clima oltre alle storiche come Marconi. In una traversa di Corso Buenos Aires c’è anche la nuova sede di Vistamare di cui sono titolari Benedetta Spalletti e Ludovica Busiri Vici.

Nuove gallerie aprono a Milano e questo significa un rimescolamento dei legami di fedeltà degli artisti, stabiliti in precedenza con altre gallerie. Nel presente e prossimo futuro si affaccia una vivace campagna di arruolamento. Building in Monte di Pietà presenta un clamoroso nido dell’artista giapponese Tadashi Kawamata. La mostra di Prada ha senz’altro la palma di quella più costosa. Gli organizzatori riprendono con con la tradizione precedente alla pandemia di un rinfresco Made in Marchesi con il chiaro amichevole tentativo di raccogliere la schiera dei giornalisti sparpagliata senza pietà dal Covid.

 

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