“Eleusi” e il sacro, il dittico di Davide Enia

“Eleusi” e il sacro, il dittico di Davide Enia
Foto Masiar Pasquali, courtesy Piccolo Teatro di Milano- Teatro d'Europa

Ventiquattro ore per il rito e il sacro, Eleusi

Domenica 11 giugno 2023, mattino. Da qualche ora ha preso inizio “Eleusi“, la doppia performance ideata da Davide Enia, prodotta dal Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa. Una ventiquattr’ore partita il giorno prima alle 21. Un racconto che si snoda su due fronti e si realizza in due strutture differenti. Due luoghi con un passato fatto di storie invisibili e intrappolate nei loro muri.  Dove rimarranno per sempre.

I luoghi del dittico di Davide Enia

Decido di cominciare con il primo dei due luoghi, quello che offre una performance teatrale, con attori performer, a cui il pubblico può assistere ad orari precisi, allo scoccare dell’ora intera. Molti spettatori seduti, le luci si alzano e abbassano creando un’atmosfera strana di imminente pericolo.

Il Teatro Grassi

Sono al Teatro Grassi la cui storia non è fatta di risa e leggerezze, ma di sangue e carne. In via Rovello, dove si è stabilito il primo teatro stabile italiano, c’era la sede del Comando della Legione Ettore Muti, una centrale di polizia con celle di isolamento e stanze di tortura. Tutto questo accadeva fra il 1943 e il 1945.

La perfomance frontale

Le luci si abbassano, la performance ha inizio. Siamo nelle stanze della disperazione, dell’assenza di valori, delle torture praticate a donne e uomini. Invisibili ai nostri occhi, le sofferenze di ieri si materializzano nei corpi nudi, violati, umiliati, dei performer per mano degli aguzzini col braccio destro alzato nel saluto romano o infilato nei pantaloni per simulare una masturbazione. O impegnati a brutalizzare le vittime urlanti. Non c’è differenza fra i  i carnefici di oggi e quelli di ieri e neppure fra vittime del passato e del presente.

In un gioco di luci, le anime violate diventano piccoli riflessi sul fondo della scena, mentre i carnefici si trasformano in enormi ombre. Poi le luci cambiano ancora e le piccole ombre, straziate dal dolore, si uniscono per formare un’alta colonna umana protesa verso il cielo, come nell’ascesi dei misteri eleusini. Carne nuda, alla ricerca di aiuto, in preghiera per ricongiungersi ai morti.

Si elencano gli strumenti usati per le torture: pinze per strappare unghie, mani per soffocare e strangolare, cassetti per stringere testicoli, martelli per colpire fronti, dita e ginocchia. Acqua sporca per affogare, siringhe per iniettare veleni, corde per strangolare.

Poi il conto alla rovescia mimato da una performer. Cinque, quattro, tre, due, uno… le luci si spengono, ieri come oggi il male è il buio.

Al Teatro Studio la performance immersiva

Mi sposto al Teatro Studio Melato dove un passato meno opprimente attende di rivivere dai muri dell’ex Teatro Fossati, dove si  ballava e si parlava in dialetto. Qui il pubblico può entrare in ogni momento. Ed è accolto dal suono di voci che creano l’illusione di un manto protettivo. La tranquillizzante polifonia è quella dei numerosi Cori Lombardia APS che si avvicenderanno all’interno dello Studio Melato, con i loro canti sacri. Si esibiranno tutta la notte proseguendo fino al termine della performance.

Il canto è rotto da una voce fuori campo e ci riporta alla realtà,  alle violenze che accadono oggi, ogni giorno. Stupri su donne, insensati e violenti accanimenti verbali e fisici sui “diversi” per il colore della pelle, per l’orientamento sessuale, per l’aspetto esteriore.

Il sacro, il politico in “Eleusi”

Davide Enia ci conduce in una dimensione immanente: quella del sacro, ciò che non è bene e non è male ma che lo diventa fondando “il politico”, che dal sacro prende vita.

Cito Roberto Masiero (FYINpaper, “Che cos’è il sacro?”, 15/01/2021):

Il sacro:

“È ciò che non manca mai di tornare:

è quell’origine che sempre si ripresenta nel contempo diversa e uguale a se stessa;

è l’ordine che non può dimenticare il caos;

(…)

è l’impossibilità dell’assoluto che si fa presenza;

è ciò che trascende per poterci pensare altro da ciò che siamo;

è ciò che ci ricorda che siamo immanenti a noi stessi;

è ciò che riapre il possibile tra la vita e la morte, tra razionale e irrazionale;

è ciò che rende simili l’odio e l’amore;

(…)

è ciò che permette all’opera dell’uomo di sopravvivere all’uomo;

è lo splendore del bello e l’assoluta potenza del brutto;

è il totalmente altro;

(…)

è la violenza che tiene assieme la vittima e il carnefice;

(…)

è la mostruosità dell’olocausto e delle sue vittime: il sacro non manca mai di tornare;

è il sangue rituale per distinguere il fuori (di tutti) e il dentro (di nessuno): insieme nel tempio;

è l’assoluto bisogno di una vittima sacrificale, di un delitto originario, per legittimare qualsiasi patto sociale; è ciò che ci permette di stare assieme perché si dà una vittima; è ciò che va, con riti e liturgie, ricordato collettivamente se non vogliamo diventare tutti vittime.”

Il rito e la vita

Eleusi ” ci porta dentro e fuori dal rito laico, nei rapporti di potere, nell’abisso profondo. Un dittico carico di sofferenza e di speranza che funziona molto bene grazie alle eccellenti capacità dei performer di Davide Enia, per la prima volta assente dalla scena di un suo lavoro.

 

Eleusi  di Davide Enia: musiche e regista assistente Serena Ganci per il Teatro Grassi, regista assistente Giulio Barocchieri per il Teatro Studio Melato, costumi Gianluca Sbicca, luci Manuel Frenda. Produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa. Piccolo Teatro Grassi e Piccolo Teatro Studio Melato dalle ore 21 del 10 giugno 2023 alle ore 21 dell’11 giugno 2023

Con: Valentina Bosio, Enzina Cappelli, Eleonora Gambini, Daniele Pilli, Luigi Maria Rausa, Simona Sala, Vito Vicino, Gian Mattia Baldan, Giulio Cervi, Michele Ermini, Alessandra Indolfi, Alessia Lombardi, Lorena Nacchia, Beatrice Verzotti, Giovanni Consoli, Roberta Indolfi, Carola Invernizzi, Sebastian Luque Herrera, Emma Rebughini, Riccardo Rizzo, Giacomo Toccaceli, Associazione “Coro Città di Desio”, Chanson d’aube, Complesso vocale Syntagma, Corale Bilacus, Coro Città di Lissone, Coro Civico Città di Magenta, Coro Col Hakolot, Coro della Chiesa Ortodossa Ucraina di Milano, Coro Enjoy, Coro Femminile Hildegard von Bingen, Coro il Rifugio – Città di Seregno, Coro monte Alben Città di Lodi, Coro polifonico Libercanto e Coro Polifonico dell’Acqua Potabile, Coro San Biagio, Coro Voces Amoenae, Discanto Vocal Ensemble, Gli Harmonici, Gruppo Corale Licabella, Gruppo Vocale Anonimo Quarto, I piccoli cantori delle colline di Brianza, I Piccoli Musici, In Laetitia Chorus, Le Voci di Zefiro, ViaDelCanto, Virgo Vox, con la collaborazione dell’Accademia Teatro alla Scala e Silvia Giambrone (voce narrante al Teatro Studio Melato).

 

“Eleusi” e il sacro, il dittico di Davide Enia
Foto Masiar Pasquali, Courtesy Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

 

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