Antropologia, pensiero naturalistico, sensibilità mossa dal bisogno di collegarsi con le energie vicine e lontane. Queste le premesse per la nascita delle opere di Alessandra Serra e per un corretto approccio ad esse. Il risultato artistico è nelle sculture, nei disegni, nelle installazioni. In ogni caso, ogni esito risulta fremente come fosse porzione delle energie in azione. Un’esperienza che si consuma su un terreno psicologico e formale eminentemente fenomenologico. Sono lontani i misticismi, non solo quelli metafisici ma anche quelli semplicemente naturalistici.
Alessandra Serra, le connessioni con l’antropologia
E c’è interferenza dell’antropologia. Non come portato culturale, ma come sedimentazione dei movimenti del corpo e del cervello. Dico cervello e non testa o altro perché è opportuno restare nel terreno della fisiologia e non della spiritualità pura. Cosa sono d’altra parte le energie, anche quelle cosiddette cosmiche a cui l’artista è legata, se non fisiologia del cosmo, per così dire. In breve, il terreno è concreto, idee concrete, pensieri che si risolvono in movimento attivo o in esperienze visive concrete.
Alessandra Serra, immagine versus fantasia
Le opere di Alessandra sono una sorta di solidificazione del suo “immaginale” sensoriale. Opportunamente lei parla di immagine e non di fantasia che sarebbe dimensione arbitraria e in ogni caso incompatibile con il pensiero e la manualità che insistono nel suo lavoro artistico. Questi rilievi confortano peraltro a proposito del fatto che le sue mostre personali non solo non sollevano problemi se mettere assieme o no installazioni, sculture e disegni; al contrario, rendono questa combine opportuna per un’approfondita conoscenza del lavoro.
Alessandra Serra, la sua personale presso “Gli Eroici Furori”
Una riprova viene dalla recente personale realizzata a Milano presso Gli Eroici Furori, per la cura di Claudio Cerritelli e la partecipazione emotiva di Silvia Agliotti, titolare della galleria il cui nome denuncia la sua passione per Giordano Bruno. La sedimentazioni sono dirette o indirette. Il primo caso va riferito ai disegni. Sono realizzati sul filo sottile di una sensibilità “cruda” (talvolta fa persino alla carne) fissata con l’assommarsi di cromie variegate e forme libere. Nel caso delle sculture, l’esito della sedimentazione è indiretto. Infatti, la sedimentazione è rappresentata indirettamente dal togliere, dallo sviscerare, dalla ricerca dell’osso nella e della rappresentazione fino a definirsi, quest’osso, possibilmente come larva. La materia è dura e resistente, ma si coglie subito che l’esito formale punta a rastremare, alla rappresentanza del soggetto a cui la forma libera e aperta allude, e ciò si direbbe per via di sineddoche.
Ma oltre ad apprezzare questa singolarità del suo linguaggio espressivo, la fruizione delle sue opere difficilmente risulta asciutta. La riflessione che ne scaturisce è innervata dal coinvolgimento emotivo. Esso ti porta o verso i primordi o verso la loro metafora sull’oggi.
Alessandra Serra
Nata a Milano nel 1970 consegue il diploma triennale presso l’Accademia di Belle Arti di Brera in Arti Visive – Scultura con la tesi dal titolo “L’arte: espressione dell’inesprimibile” per la quale si ispira agli studi del filosofo Giorgio Colli sui caratteri espressivi del mondo greco.
Successivamente completa il diploma di secondo livello in Arti Visive con tesi dal titolo “Vibrazioni cosmiche”.
Il suo lavoro si sviluppa in connessione con le energie originarie e primigenie che consentono all’uomo di sentirsi in armonia con il Cosmo in continuo contatto con l’invisibile, quale parte di esistenza viva e vitale indissolubilmente unita al visibile.
La ricerca diviene così espressione di un profondo rapporto con la Natura colta nella sua dimensione archetipica e immaginale, quale magico crocevia nel quale le energie universali declinate nei diversi opposti convivono in armonia e, dove, allo stesso modo, anche il tempo nelle sue componenti di passato e futuro si dissolve nell’unità dell’attimo presente.