Per la celebrazione dei cento anni di Valle Giulia, Abitacolo agita Identità e Visioni

AUGUSTE BRUNI

 I 20 anni di Abitacolo

la Facoltà di Architettura di Valle Giulia a Roma celebra quest’anno i suoi 100 anni, il più giovane Abitacolo festeggia i suoi 20. E lo fa proprio nel circuito dell’evento della capitale che ha coinvolto atenei, docenti, studenti di varie parti del mondo. Se la macroscopica iniziativa  accademica ricuce il proprio passato e lancia sguardi in avanti, Abitacolo rimane tenacemente nel terreno della problematicità che non nell’autoremunerazione. Come ha sempre fatto, d’altronde. E la ricorrenza si pone infatti come ulteriore occasione per porre nuovi, emergenti e urgenti interrogativi. Venti anni da quando il suo fondatore, un architetto (qui è il caso di sottolinearlo), Fernando Miglietta, a Rende, nella sua Calabria, fonda, sotto un unico nome, appunto Abitacolo, un Centro Internazionale di Ricerca e una rivista che si dota subito di un prestigioso Comitato Scientifico. Tra i membri: Bruno Munari, che ne fu l’ispiratore con Miglietta, Gillo Dorfles, Pierre Restany, Mimmo Rotella, Alessandro Mendini, Renato Nicolini,  Paolo Portoghesi, Franco Purini, Massimiliano Fuksas.

Oltre l’architettura, una mostra riassuntiva

Architettura: costruire e basta? Soprattutto scuola di pensiero architettonico, senza barriere e senza ideologie precostituite, se non quella di interrogarsi, interrogare. Una ricerca sempre fusa con il principio di bellezza, di qualità,  di aggiornamento del pensiero anche filosofico. L’istituto di Ricerca Abitacolo, che Miglietta dirige assieme a Anna Maria Terremoto, per la ricorrenza ha allestito una mostra nella Sala Dardi della Biblioteca centrale della Facoltà, ancora visitabile fino a metà dicembre: un sintesi di personaggi che, lungo i vent’anni, hanno contribuito agli interrogativi monotematici ma sempre aperti, lanciati da Abitacolo. E sono architetti, artisti, filosofi, storici. In particolare in questa mostra vengono offerti lavori, riflessioni scritte  e pensieri teorici degli artisti Daniel Buren,  Dani Karavan,  Michelangelo Pistoletto, Achille Perill; degli architetti Stefano Boeri, Paolo Portoghesi  Franco Purini,  Vittorio Gregotti, Alberto Ferlenga,  Ugo la Pietra,  Riccardo Dalisi; dei pensatori Roberto Cotroneo, Sergio Givone,  Marco Romano, Carmelo Strano

 

Un’edizione speciale di Abitacolo

In particolare viene agitato il tema che è stato oggetto del numero speciale di Abitacolo dedicato appunto al suo ventennale: “Dare forma/ Identità e visioni”. Notano la Terremoto e Miglietta: “I fantasmi della storia, si sa, appaiono sempre in una condizione di smarrimento e di oscurantismo ma con il Covid19  l’invisibile ha preso forma  strutturante, senza confini e contro ogni possibile immaginazione”. E subito aggiungono: “L’Identità è dialogica, è confronto, significato condiviso. É sistema di Valori, anima multiforme, è forma plurale, storia di sé e di altri. Identità è luce, invisibile bellezza, libertà di essere. É Visione del mondo”. Pensiero chiaro, circoscritto. E non poteva non essere così dovendo assumere, questo pensiero, il ruolo di catalizzatore.

Esempi dei contributori

Vanno citati ancora: Achille Perilli, con la storica geometrica identità; Achille Pace sedotto dal suo filo identitario; Luca Maria Patella con la sua Revolution, Pablo Echaurren con Carte di identità.  Margherita Petranzan tra Identità e relazioni, Amedeo Schiattarella con i fattori identitari di una cultura, Orazio Carpenzano con Creatività e identità, Cherubino Gambardella con la sua Ansia meridiana. Inoltre:  i designer Riccardo Dalisi, con le basi morali del design, Ugo La Pietra con il suo Design territoriale.  Accanto a loro Fiorenzo Zaffina con  il suo scavo alla ricerca dell’identità del vuoto, Elisa Montessori con la sua equazione Identità è trasparenza, il giovanissimo artista Gabriele Artusio con la sua Ilva, Giangiacomo d’Ardia, con i suoi disegni per nuove scritture, Franz Prati attento a esplorare l’identità, Fulvio Caldarelli con i suoi appunti sulla città, Giovanna De Sanctis Ricciardone, in Autoidentificazione, Armando Marrocco, alla scoperta della Via delle stelle, Vittorio Tolu, immerso in  un tempo e in un luogo, Sergio Miglietta irradiato dalla luce, sublime identità, Franco Summa, con l’Identità culturale, Vittorio Spigai che svela l’identità di un corpus prezioso, Paolo Gubinelli, con la sua Identità di rilievo, Jon Michael Schwarting alla riaffermazione del pensiero utopico.

Un docufilm e un incontro alla Biennale di Venezia

Questo evento di Abitacolo ha avuto un altro momento centrale alla nell’ambito del Padiglione Italia alla 17° Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia: la proiezione di un Docufilm e un incontro on line su Facebook  in cui le provocazioni di Miglietta  hanno stimolato i contributi, tra gli altri, di Alessandro Melis, Orazio Carpenzano, Stefano Boeri, Alberto Ferlenga, Margherita Petranzan, Michelangelo Pistoletto, Paolo Portoghesi, Franco Purini, Marco Romano.

Insomma, gli animatori di Abitacolo, Fernando Miglietta e Anna Maria Terremoto, hanno fatto sì che i temi dell’identità e della bellezza, nel tempo dell’incertezza e della fragilità, fossero “gli elementi guida per riconquistare il mondo, riscrivere e rimodulare i nostri valori, ritrovare il Terzo Paradiso e il nuovo segno d’Infinito”.