Us, Chinese students’ espionage affair – Vita dura per gli studenti cinesi in odore di spionaggio

È già guerra senza mezze misure fra Usa e Pechino nell’ambito della ricerca scientifica.

Us, no università agli studenti cinesi in odore di spionaggio
L'immagine by unipavia è sotto licenza CC BY-NC-SA 2.0

Us, no university for the Chinese students who are suspected of espionage

The suspicions of espionage activities by Chinese citizens who attend masters and specializations in American universities now push Washington to a discriminatory policy. It consists in strictly selecting the entrances from China. Visa should be denied to those suspected of having relations with Beijing’s military institutions.

Biden wants a sort of scientific protectionism

In May 2020, President Trump had announced very severe restrictive measures against Chinese students in American universities.  Words have been turned into deeds even after the handover to Biden. The US authorities have not renewed visas for more than a thousand young Chinese researchers for fear that they will come into possession of crucial information to American national security.

The usual cultural openness of the Us should not favor Beijing

US’s exceptional superiority in all fields of research has always been determined by the possibility of recruiting the brightest and most creative minds on an international level. In recent decades, a third of these came from China. However, in a totalitarian system like that of Beijing, the Single Party and the army control everything and everyone, especially those who work abroad and can “borrow” technologies that are useful for industrial and military purposes. Nevertheless, many people disagree on the hard line. The rectors of many universities complain that these restrictions impoverish the cultural potential of educational institutions. Furthermore, the trials filed for espionage against Chinese citizens in the US ended in nothing.

 


Us, no università agli studenti cinesi in odore di spionaggio

I sospetti di attività spionistiche da parte di cittadini cinesi che frequentano master e specializzazioni nelle università americane spingono ormai Washington a una politica discriminatoria. Essa consiste nel selezionare severamente gli ingressi dalla Cina. Occorre negare il visto a coloro di cui si sospettano relazioni con istituzioni militari di Pechino.

Biden vuole una sorta di protezionismo scientifico

Nel maggio del 2020 l’allora Presidente Trump aveva preannunciato severissime misure restrittive nei confronti degli studenti cinesi presenti nelle università americane. Alle parole sono seguiti i fatti anche dopo il passaggio di consegna a Biden. A più di mille giovani ricercatori cinesi le autorità Usa non hanno rinnovato i visti per paura che essi entrino in possesso di informazioni cruciali per la sicurezza nazionale americana.

La tradizionale apertura culturale degli Usa non deve favorire Pechino

L’eccezionale superiorità degli Usa in tutti i campi della ricerca è sempre stata determinata dalla possibilità di reclutare le menti più brillanti e creative a livello internazionale. Negli ultimi decenni un terzo di queste provenivano dalla Cina. Ma in un sistema totalitario come quello di Pechino il Partito unico e l’esercito controllano tutto e tutti, in particolare modo chi lavora all’estero e può “prendere in prestito” tecnologie utili a scopi industriali e militari. Tuttavia molti non sono d’accordo sulla linea dura. I rettori di molte università lamentano il fatto che operando queste restrizioni si impoverisca il potenziale culturale delle istituzioni formative. Inoltre, i processi intentati per spionaggio contro cittadini cinesi in Usa sono finiti nel nulla.

 

L’immagine by unipavia è sotto licenza CC BY-NC-SA 2.0

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GIOVANNI CARUSELLI 216 Articoli
Collaboratore di case editrici italiane (Einaudi, Rizzoli, Vallardi, Diakronia, etc.) per testi di storia e filosofia. Autore di saggi, "Il Pci da Gramsci a Occhetto", "Cento anni di storia lombarda" (con altri), "La memoria e le notizie" (con altri).