Umbrella Academy, una recensione di famiglia

recensione loop

 

Chi ha detto che una serie sui supereroi, piena di azione ed effetti speciali non possa anche parlare di famiglie allargate, problematiche educative, la fatica del diventare adulti e trovare un posto nel mondo?

In Umbrella Academy, nata da un fumetto e diventata una serie Netflix, troviamo i temi iperbolici cari ai lettori della prima ora mixati sapientemente con le più moderne tecniche cinematografiche.

Attori scelti attentamente (Ellen Page ad esempio) e montaggio con colonna sonora ottimamente composti.

Sette problemi per sette fratelli. La scarsa autostima di numero 7, la delusione per la figura paterna di numero 1, la sindrome dell’eroe di numero 2, le dipendenze di numero 4, l’ego di numero 5, la necessità di autoaffermazione di numero 3 e infine i piccolo problema di numero 6: é morto.

Un padre fatto di regole ed una madre servizievole quanto “automatica” sono la tavola imbandita su cui servire ogni sorta di colpo di scena.

Assassini spaziotemporali, indicibili segreti custoditi dallo scimpanzè maggiordomo, un conflitto mondiale alle porte e la fine del mondo.

Ma, come già detto, il tema è il senso di famiglia fatta da persone che più diverse non si può, che, anche se nate lo stesso giorno sembrano di segni zodiacali completamente opposti.

Di volta in volta forze centrifughe avranno la meglio su forze centripete e il finale è tutto da godere.

Consigliato a chi è piaciuto “the Boys” e “DoomPatrol” sconsigliato a chi piacciono gli eroi tutti d’un pezzo.

 

vedi anche:

https://www.imdb.com/title/tt1312171/

FABIO FOLLA 133 Articoli
Illustratore, grafico, storyteller, sperimentatore del web, docente di Storia dell’Arte e Disegno, insegna inoltre alla Scuola di Arti applicate del Castello Sforzesco di Milano e tiene un corso di Computer Game all’Accademia di Brera. Ha esposto in varie collettive.