#Sanremo2023

#Sanremo2023

A dispetto di tutto, l’evento del festival della canzone italiana della famosa città ligure conferma la propria persistenza mediatica.
Rimangono tutte le criticabili caratteristiche che la definiscono da sempre. Vetrina di alta borghesia perbenista che scompostamente fa mostra di se nelle prime file. Le frotte urlanti dei fan più esagitati stipati al freddo in attesa di un selfie col divo di turno, la trafila di marchette pubblicitarie che invadono ogni intermezzo, la profusine di sperticanti complimenti alle vecchie dive dalle voci stagionate e gli sguardi peccaminosi profusi alle tenere carni delle nove proposte offerte al frullatore del mercato discografico.

Ma eccoci ancora qui.

Evidentemente, però, questo non è bastato ad abbattere l’istituzionale appuntamento annuale. Sarà stata forse una accorta apertura ad elementi di rottura. Comici dissacranti, la scena della musica Indie, l’estensione, dal poderoso piedistallo del festival, di tematiche sociali. Sarà stato forse un super lavoro diplomatico che colleghi interessi discografici, televisivi, pubblicitari e la necessità di alcuni personaggi dell’attualità di mostrarsi. Tutto questo ancora sembra funzionare. E non solo, funziona sia in patria che all’estero. Con livelli di ascolto impressionanti. 

Specchio del paese?

Pare che siano sfumate le pesanti resistenze di personaggi come De Gregori che da sempre evita di frequentare questo evento. Oggi i giovani artisti paiono disponibili ad un passaggio televisivo di così grande clamore. Ma ci sono anche esempi più antichi: Rino Gaetano, Sergio Caputo, Riondino, Sabina Guzzanti. Elio e le storie tese che rischiarono di vincere, Daniele Silvestri, Max Gazzè. Vecchioni e Fiorella Mannoia. Oggi vediamo i Pinguini tattici nucleari, i Coma cose, i rapper e persino i trapper. Un palco minestrone che tenta di dare a tutti i pubblici un proprio momento. A volte rischiando di far stridere e causare tensioni. Bugo e Morgan ad esempio.

Forgiare icone

Una delle funzioni di questa vetrina unica nel suo genere è stato fabbricare personaggi che solo grazie ad essa possono raccogliere consensi per tutta una annata. In alcuni casi è un trampolino ma spesso è l’unico spiraglio di visibilità. Alcuni personaggi entrano in una specie di bolla fuori dal tempo. Beppe Vessicchio, Vincenzo Mollica e gli storici presentatori, Bongiorno, Fazio, Baglioni, Baudo (il cui nome diventa la moneta del famoso gioco Fantasanremo) e Amadeus. 

Indice di gradimento

Di tutto il carrozzone rimane un dato, quello del gradimento che pare dare ragione agli alchimisti dei palinsesti. Ai demiurghi consulenti d’immagine. Agli stilisti ubriachi di protagonismo, ai gonfiatissimi sponsor e agli scandalosi fuori programma.

Vedi
Il caso Blanco
l’esibizione

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