Razzismo? Talvolta ne prende i colori. E si tengono lontani quei gruppi etnici, quelle popolazioni, o addirittura, nel caso dell’Italia, connazionali di altri regioni. Questo per l’ovvio palese motivo che sono possibili portatori del coronavirus. E però, quantomeno, parliamo di coincidenza. Gli untori sono, anche, quelle genti verso le quali fette della società hanno reazioni o sentimenti di tipo razzista. Basti pensare a coloro che giungono dall’Africa. E per quanto riguarda l’Italia? Si può avere l’impressione che ci sia rigurgito e rivincita in rapporto alla dialettica sociale terrone-polentone. Quasi a pensare, sotterraneamente: quante volte tu, nordico, ci hai guardato con snobismo e cattiveria negli anni sessanta e settanta! E ora ci porti anche il virus? Ma chiaramente nella sostanza è una battuta. E però di vero c’è che il razzismo serpeggia e con la sua intransigenza in qualche caso può collegarsi alla paura del virus. All’opposto si registrano aspetti di coerenza, trasparenza e linearità con fatti successi realmente. La mascherina protettiva che hai cercato disperatamente di comprare finalmente la trovi. Ma un sussulto ti prende quando l’occhio cade sulla scritta “Made in China”.