“Non è che mi manchi la voglia | o mi manchi il coraggio | è che ormai son dentro | nell’ingranaggio nell’ingranaggio” Così cantava Giorgio Gaber nel 1972, e già nel 1948 Jean-Paul Sartre aveva scritto un’opera teatrale con questo titolo. Ma se andiamo ancora più indietro nel 1919 Louis Feuillade aveva scritto e diretto un film muto con questo titolo. La rivoluzione digitale che stiamo attraversando, che forse abbiamo già attraversato, ha dimenticato questa parola? Se utilizziamo il potente strumento di Google, Books Ngram Viewer, che calcola le occorrenze delle parole tra i libri, notiamo che sia in italiano, sia in inglese (gear), sia ancora in francese (engrenage), questi termini, dopo un successo ai primi del Novecento non hanno poi subito quell’oblio che forse una analisi superficiale avrebbe voluto constatare.
Frequenza della parola “Ingranaggio” nei libri italiani secondo Google Ngram Viewer
Di certo, però, gli ingranaggi stanno scomparendo nelle macchine lasciando il posto a dispositivi elettrici o, meglio, elettronici. Se pensiamo che ancora qualche decennio fa il cosiddetto “cervello” di una lavatrice era un complesso sistema di leve e camme, oggi non è più così. Una scheda elettronica lo ha sostituito e, se si guasta, la si deve buttare. Le prime macchine da calcolo, sì la famosa Machine Arithmétique di Blaise Pascal, ma ancora la Divisumma Olivetti negli anni ’50 del secolo scorso, erano prodigi di meccanica. L’evoluzione tecnologica è un processo che nessuno può arrestare e le nostalgie non servono a nessuno. Semmai l’ingranaggio da semplice ruota dentata potrà diventare (in realtà lo è sempre stato) una metafora.
“Il tuo parere sulla soluzione dell’isteria-nevrosi ossessiva mi ha naturalmente fatto un enorme piacere. […] io sono riuscito a penetrare con lo sguardo dal più piccolo particolare delle nevrosi sino alle condizioni di coscienza. Ogni cosa al suo giusto posto, gli ingranaggi ben congegnati, si aveva l’impressione che la cosa si fosse ora veramente trasformata in una macchina che da un momento all’altro si sarebbe messa a camminare da sola.“ Così scriveva da Vienna, Sigmund Freud a Wilhelm Fliess, il 20 ottobre 1895
L’ingranaggio è anche ben presente nell’emblema della Repubblica Italiana, anche se un attento esame troverebbe qualche ingenuità nel suo disegno meccanico. Ma torno al focus di questo breve “pezzo”: l’ingranaggio con i suoi denti da sempre ha rappresentato una dimensione meccanicamente “discreta”, in un mondo che forse reclamava piuttosto una continuità analogica. Gli orologi erano fatti di ingranaggi…
Anche oggi, cercando in rete, dove vive il NetAnimal, un’icona che rappresenti il digitale non si trova molto, o almeno io non ho trovato che questo simbolo, e anche qui l’ingranaggio continua a esistere. Oggi, ancora le biciclette hanno un cambio meccanico con deragliatore e più corone dentate: i nomi Campagnolo e Shimano sono noti a tutti. Ma nella società dei NetAnimal altri sono gli oggetti simbolo, sempre che si possa parlare di oggetti materiali. Quale sarebbe il logo di una “nazione digitale”?