L’unione europea e il difficile riarmo

L’unione europea e il difficile riarmo
Un carro Leopard 2 tedesco durante un’esercitazione. Foto di Bundeswehr-Fotos - originally posted to Flickr as Informationslehrübung Heer, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11584580

L’aggressione russa all’Ucraina costringe l’Europa a rivedere le proprie strategie

La capacità di difendersi e di respingere un aggressore ha un costo economico enorme. Ma ha anche bisogno di una organizzazione produttiva che il vecchio continente per il momento non possiede. E, infine, richiede tempo, più di quanto il comune cittadino pensi. In Francia hanno calcolato che la creazione e il corretto funzionamento di una nuova filiera missilistica richiede circa tre anni. L’efficientissima Germania riesce a produrre o rimodernare solo sei carri Leopard 2 al mese. E così via. Votati alla pace, i governi europei dopo il 1946 hanno ritenuto opportuno limitare le spese militari, sentendosi ben protetti dall’ombrello della NATO, cioè dagli Stati Uniti.

I ritmi e le perdite dei conflitti moderni sono maggiori delle possibilità produttive

Dal febbraio del 2022 tutto è cambiato. Ma riarmare è più facile a dirsi che a farsi. Gli ucraini devono in parte la loro capacità di difendersi ai carri armati T-72 di epoca sovietica che i polacchi e altri Paesi dell’ex Patto di Varsavia hanno tempestivamente inviato. E, ovviamente, anche al massiccio sostegno degli Usa che hanno fornito a profusione i missili Stinger di ultima generazione. Per ricostituire le scorte degli Stinger l’esercito Usa dovrà aspettare il 2023 e per l’Europa si parla del 2027.

Il mantenimento di un apparato militare moderno graverà pesantemente sui bilanci degli Stati

Ma i Paesi dell’Europa Occidentale improvvisamente si sono resi conto che occorre per il futuro un piano organico di fabbricazione di sistemi d’arma, di munizioni e di mezzi militari senza precedenti. Le difficoltà non mancano. Le filiere che assicurano le forniture di materie prime sono calibrate su quantitativi che non possono raddoppiare da un mese all’altro. I macchinari delle fabbriche di armi non possono triplicare la produzione in tempi brevi. Dall’acciaio agli onnipresenti semiconduttori, tutto deve essere reperito, trasportato, immagazzinato, trattato con la massima competenza.
Andando al nocciolo del problema. Non si può pensare ad armarsi dopo essere stati trascinati in guerra, se i nostri avversari mantengono stabilmente un apparato militare e una logistica pronti all’azione. Nel terzo millennio lo svantaggio sarebbe incolmabile. Ovviamente i costi di un esercito moderno sono enormi e solo un’economia a nove zeri può sostenerli e da ciò deriva la necessità di un esercito sovranazionale europeo.

 

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