Pandemia, lassismo virale

Disegno di Gabriele Artusio.

Non è affare di scienza, i suoi esponenti sono stati chiari. Non è affare di economia, perché con la recrudescenza della pandemia, essa è sofferente non meno che se si fosse proseguito con le precauzioni certamente allentate, ma non eliminate. Che cos’è, allora? L’universale buon senso in ogni lingua e cultura, dall’impiegato allo specialista, è stato facile profeta. Infatti, se questo signore non si sa bene da dove sia uscito fuori ama l’essere umano alla follia e non perde occasione per passare da un corpo all’altro fino all’ubriachezza che è tanto più alta quanto più fitti sono gli assembramenti, dunque se questo è vero, risulta elementare che la pandemia riesplode con le vacanze libere come se nulla fosse mai successo.

In aggiunta, vita normale anche nelle movide e simili senza mascherina e senza un minimo di distanziamento. E poi il riaffollarsi delle aule a scuola. Siamo tutti potenziali tassisti di quell’essere made in China e lo portiamo a casa, ai genitori, ai nonni, ai figli, ai nipoti, ai colleghi di ufficio.

Era proprio impossibile evitare che si registrassero nuovi picchi? E perché? Perché tutto questo? In clima di mitologia greca si sarebbe pensato all’accanimento di una delle divinità capricciose in animo di vendicarsi del genere umano, neutralizzando l’uso del senno ai comuni mortali. Perché nessun Paese ha fatto tesoro dell’esperienza pilota vissuta dall’Italia? Perché l’Italia non ha fatto tesoro delle conseguenze nefaste della riapertura alla normalità, o quasi, praticata da tanti Paesi? Perché in un’emergenza mondiale non c’è un dialogo profondo e mirato a livello internazionale, salvo singoli scienziati collegati da qualche progetto di ricerca? Perché tanti politici hanno usato la mascherina come amuleto o, nel migliore dei casi,  come un fazzoletto da estrarre dal taschino quando cola il naso?

Aspetterei una risposta seria da chiunque, nel mondo, avesse una spiegazione plausibile. I complottismi non mancano mai nelle emergenze, come gli sciacalli, e bisogna stare attenti. Ma nella vita degli uomini non mancano mai coloro che tramano più che possono per il proprio profitto, senza alcun limite, qualunque sia il danno che ne può derivare. Esisto io e i soldi, del resto non mi importa nulla. Tanto che, volendo allontanare ogni pensiero di eventuali progetti di immunità di gregge e simili, e dando ogni colpa al caso (anche se il caso ha quasi sempre una causa, sia pure involontaria), resta un fatto realistico: che c’è e ci sarà un immenso business intorno alla produzione di farmaci e vaccini. E poi chi regolamenterà e garantirà la bontà dei vaccini?

L’OMS? Da poco si è data nuovi impegni e nuove responsabilità, ma ha avuto occasione di esibire faziosità e nocive coperture? Tutto questo si dice in modo Fyin, for your interest, nell’interesse di tutti, e quasi tutti siamo nella condizione ineluttabile di subire. Questa è una situazione oggettiva, non c’è nessun soggettivismo in mezzo. E qui mi fermo. Giacché qualunque ipotesi o conclusione non ha supporti indiscutibili. Almeno fino ad ora. E dunque rimaniamo nell’angosciante domanda: perché così virale, mondialmente, il lassismo? A beneficio di chi o di che cosa?

La storia si ripete. E che succede quando si ripete mondialmente, a causa della globalizzazione di tutto? Mi auguro sia un quesito peregrino, infondato, sciocco, insulso. Ma c’è un fatto che ad ogni modo lascia perplessi: in quest’emergenza mondiale non cogli nessun segno di sinergia e sodalizio mondiale. Ognuno per conto suo, da far pensare al famoso motto romano comprensibile a tutti: “divide et impera”.