Il cambio di governo non favorisce Milano

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La lista dei ministri del nuovo Governo targato Mario Draghi, con i tanti nomi lombardi e milanesi, non deve trarre in inganno. Il baricentro del governo per ora non gravita vicino a Milano. Certo, da qui vengono Maria Cristina Messa, Marta Cartabia, Elena Bonetti, Giancarlo Giorgetti e l’ex sindaco di Lodi Lorenzo Guerini. Ma, nonostante lo squadrone, Milano è stata poco frequentata nelle trattative. Un ruolo importante l’ha avuto Arcore, da dove Silvio Berlusconi ha seguito i primi sviluppi. Da villa Zeffirelli a Roma, appena acquistata, Berlusconi ha controllato invece la fase finale.

Ma dove veramente si è dipanata la trattativa è Firenze. Tra la villa dove abita Matteo Renzi, dopo l’abbandono di Rignano sull’Arno, e quella di Denis Verdini, la distanza è poca. Per via della fidanzata Francesca, figlia dell’ex senatore Verdini di Forza Italia, storico sostenitore del governo Renzi, Matteo Salvini è un frequentatore assiduo. Da Firenze Verdini e Salvini hanno garantito con ferrea disciplina che nessun deputato e senatore del centrodestra esitasse. Da lì, Renzi, grazie a questo contenimento, ha fatto la storia demolendo il governo con l’opposizione più piccola ma anche più compatta di tutta la storia repubblicana. Facile prevedere che sarà un grande tema della storia politica italiana.

Il Sindaco Giuseppe Sala e la sua concorrente in regione Letizia Moratti sono stati completamente trascurati. Milano al tempo del Governo Draghi, mentre è a una distanza lunare dalle convulsioni dei Cinque Stelle, guarda con attenzione alle iniziative del nuovo segretario del Partito Democratico Enrico Letta. Gli intergruppi promossi da Nicola Zingaretti e dal suo ispiratore Goffredo Bettini sono stati accolti con fredda incomprensione.

Gli importanti assessori del PD Pierfrancesco Maran e Marco Granelli non ne vogliono sapere dei Cinque Stelle. Sul collo hanno il fiato del sindaco incernieratosi con i Verdi europei. Nel governo ci sono ben nove ministri del Nord e questo qualche conseguenza ce l’ha, ma non da subito. Gli industriali del nord hanno voluto la Lega al governo. La conversione di Salvini a un europeismo non di facciata, scompiglia i giochi. Alle prossime elezioni comunali potrebbe esserci un vero candidato con padrini di prestigio come Giorgetti e Berlusconi, entrambi amici del primo ministro Mario Draghi. Un candidato molto competitivo contro Beppe Sala. L’offensiva del centrodestra risale da Roma a Milano sull’asse TAV.