Ukraine/A look at the aftermath – Le premesse internazionali per il dopo

Ukraine/A look at the aftermath - Le premesse internazionali per il dopo

It is said that Putin miscalculated by attacking Ukraine. Probably he believed that the European Union would react as in 2014, when it just expressed formal condemnations. But this did not happen. But lastly the various intelligences realized that agencies that Moscow was rearming itself and giving way to a hard strategy to be implemented in a short time. That’s why the European response was immediate and demonstrated that Europe exists and acts in spite of danger.

A real support to Ukraine

The support to Ukraine was not only symbolic; instead EU understood that it was a matter of principle to be dealt with by all means. Public and private institutions of both sides of the Atlantic launched heavy sanctions against Russia so that Moscow was economically isolated, so that the Russian capital has been pointed to as the global enemy of all civil societies.

The idea of a peaceful cooperation with the autocratic Asian giant has vanished like snow in the sun (at least so far). The question of Ukraine has reached an ethical dimension that could not be ignored. Banks, insurance companies, large corporations, as well as international sports organizations, artists, disengage from any link with the Kremlin. Russia has suddenly lost the benefits of globalization and is forced for the moment into an unavoidable autarchy which in the long run could turn into an economic and social disaster. But there is more.

Decisive and concrete reactions from the European Union

The attempt to disrupt the European Union resulted differently. Major decisions were made by the EU. Even on the controversial issue of immigration. An immediate agreement has been reached for Ukrainian refugees, who will enjoy strong welfare support until the conflict will  be over. The Berlin government has decided to spend 100 billion euros to initiate a rearmament that clearly sounds like a warning to Putin: May be Europe could be able to defend itself even without of NATO’s. At the other end of the empire, Japan has strongly condemned the aggression and the Chinese giant moves in a very embarrassed way, not wanting to jeopardize its trade relations with Europe.

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Le premesse internazionali per il dopoguerra 

È ormai opinione comune che Putin abbia sbagliato i suoi calcoli aggredendo l’Ucraina. Probabilmente il capo del Cremlino pensava che l’Unione Europea avrebbe reagito come nel 2014, voltandosi dall’altra parte e limitandosi a condanne e sanzioni formali. Ma così non è stato. Non era sfuggito alle varie intelligence che il riarmo di Mosca procedeva a marce forzate e che il disegno di ricostruire l’Urss incominciava a prendere la forma di una strategia da porre in atto in breve tempo. Così la risposta europea è stata immediata e ha dimostrato che di fronte al pericolo l’Europa esiste e agisce.

Un concreto supporto all’Ucraina, la risposta europea

L’appoggio all’Ucraina non è stato solo retorico e ha fatto della sua indipendenza una questione di principio da trattare con ogni mezzo. La pioggia di sanzioni che si è abbattuta sulla Russia da parte di istituzioni pubbliche e private, al di qua e al di là dell’Atlantico, ha praticamente isolato economicamente Mosca, additandola come nemico globale di tutte le società civili; e ciò accadrà anche nel dopoguerra.

L’idea della cooperazione pacifica con l’autocratico gigante asiatico è svanita come neve al sole. E così anche l’idea di una sicurezza condivisa con un partner tanto poco affidabile e pronto a violare i più elementari principi del diritto internazionale. La questione dell’Ucraina ha assunto una dimensione etica che non poteva essere ignorata. Banche, assicurazioni, grandi corporations, ma anche organismi internazionali sportivi, artisti, hanno fatto a gara a disimpegnarsi da qualunque legame con il Cremlino. La Russia  ha perduto di colpo i benefici della globalizzazione ed è costretta per il momento a una autarchia forzata che a lungo andare potrebbe trasformarsi in un disastro economico e sociale. Ma c’è di più.

UE, reazioni forti, decise e concrete, la risposta europea unanime

Il tentativo di disgregare l’Unione Europea ha sortito l’effetto opposto. Decisioni di grande importanza sono state prese dalla Ue all’unanimità quasi istantaneamente. Una risposta europea coesa, tanto che perfino sulla controversa questione dell’immigrazione si è pervenuti a un accordo immediato per i profughi ucraini, che godranno di un forte appoggio assistenziale fino a quando il conflitto non si concluderà. Il governo di Berlino ha deciso di stanziare 100 miliardi di euro per avviare un riarmo che chiaramente suona come un avvertimento per Putin: l’Europa potrebbe essere capace di difendersi da sola anche senza l’aiuto della Nato, che comunque non mancherebbe. All’altro capo dell’impero il Giappone ha condannato duramente l’aggressione e il gigante cinese si muove in maniera molto imbarazzata, non volendo mettere a rischio i suoi rapporti commerciali con l’Europa.

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