Ukraine/No peace in perspective – Tutto nero al momento

Ukraine/No peace in perspective – Tutto nero al momento
Ukrainian diaspora in Brussels protests the Russian invasion (51908095539); di Bartosz Brzezinski from Chicago - Ukrainian diaspora in Brussels protests the Russian invasion, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=115626021

Russia’s economic crisis

Ukraine, ten days after. The financial grip tightening upon the Russian economy is manifesting its results even much faster than the Putinian leadership probably thought. Now Russia is in default. The Central Bank announced it will not be able to pay interest due to foreign holders of Russian government bonds.

The Western manufacturers of Aeroflot planes have blocked any assistance to the Moscow flag carrier. Half a dozen large banks have been cut off from the global capital market, BP has given up its stakes in Gazprom. Many Russian abroad oligarchs’assets have been frozen and large corporations compete to withdraw their capital from Russia. The queue of Russian citizens in front of ATMs are getting longer and longer. The value of the ruble is now around one cent of a dollar and the Moscow stock is suffering from its own stop.

Putin’s strategy

According to the whole of such situation, Kremlin is expected to change its behavior, but Putin reaffirms and radicalizes his claims, even though he is aware that they will not be met. The former head of the KGB wants to move forward in the war at any cost.

Despite the heroic resistance of the Ukrainians, the superiority of the Russian army is evident, especially in the south and east areas of the country. Foreign Minister Lavrov has insisted in warning western countries against interfering and threatening nuclear actions. Over several weeks Putin and his leadership team have shown an absolute unreliability, disloyalty, cynical and criminal indifference in the face of the human costs of their opponents and of their own people.

The failure of the negotiations

The only result obtained during the two rounds of negotiations between the opposing parties in Belarus has been an agreement on the opening of humanitarian corridors that allow the defenseless civilian population to escape to safety outside the encircled cities and outside Ukraine. But what next? Will the massacre with carpet bombing of Ukrainian fighters follow? Will the world be able to stand idly by? And even accepting this monstrosity, could diplomatic relations then reconnect as before? Evidently no. The former Soviet countries would have to arm themselves to the teeth in order not to suffer from the fate of Ukraine and the Russian people would be even more subjected to the criminal Moscow’s propaganda. We are truly sliding on an inclined plane that doesn’t allows us grip to stop us.


Tutto nero al momento

La crisi economica della Russia, il ruolo del conflitto in Ucraina

Dopo una decina di giorni dall’inizio del conflitto in Ucraina, la morsa finanziaria che si stringe al collo dell’economia russa incomincia ad avere effetto molto più velocemente di quanto probabilmente la leadership putiniana pensava. Tecnicamente a partire da mercoledì la Russia è in default, in quanto la Banca Centrale ha annunciato che non sarà in grado di pagare gli interessi dovuti ai detentori esteri di titoli di stato russi.

Le aziende costruttrici occidentali degli aerei dell’Aeroflot hanno bloccato qualunque assistenza alla compagnia di bandiera di Mosca. Mezza dozzina di grandi banche sono state tagliate fuori dal mercato planetario dei capitali, la BP ha rinunciato alle sue quote azionarie in Gazprom. Molti beni degli oligarchi russi all’estero sono stati congelati e le grandi corporations fanno a gara nel ritirare i loro capitali dalla Russia. Le file dei cittadini russi davanti agli sportelli bancomat si allungano di ora in ora e si percepisce nei loro volti l’amarezza e la rassegnazione con la quale affrontano una guerra lontana e incomprensibile. Il valore del rublo si aggira ormai intorno a un centesimo di dollaro e la borsa di Mosca è chiusa da parecchi giorni.

Il conflitto in Ucraina, la strategia di Putin

Guerra in Ucraina: ce ne sarebbe abbastanza per un cambio di strategia da parte del Cremlino, ma Putin ribadisce e radicalizza le sue pretese, ben sapendo che non saranno soddisfatte. È proprio questo che fa paura: l’evidenza che l’ex capo del KGB vuole andare avanti nella guerra a qualsiasi costo. E sul campo, malgrado l’eroica resistenza degli ucraini, la superiorità dell’armata russa si fa sentire, soprattutto nella zona meridionale e orientale del Paese. Il Ministro degli Esteri Lavrov più di una volta ha messo in guardia i Paesi occidentali dall’interferire prospettando il pericolo di un conflitto nucleare di fronte al quale non si sa bene che cosa pensare. Si tratta solo di una minaccia o l’idea criminale di una guerra atomica limitata fa parte seriamente delle opzioni di Mosca? Difficile rispondere a questa domanda, perché Putin e il suo gruppo dirigente hanno dato prova in queste ultime settimane di assoluta inaffidabilità, di slealtà, di cinica e criminale indifferenza di fronte ai costi umani degli avversari e del proprio popolo.

Ucraina, il fallimento dei negoziati

L’unico risultato sul conflitto in Ucraina, ottenuto durante le due tranche di trattative fra le parti avverse, in Bielorussia, è stato un accordo sull’apertura di corridoi umanitari che permettano alla popolazione civile inerme di mettersi in salvo fuori dalle città accerchiate e fuori dall’Ucraina. Ma dopo? Seguirà il massacro con bombardamenti a tappeto dei combattenti ucraini? Il mondo potrà stare a guardare inerte? E anche accettando questa mostruosità, le relazioni diplomatiche potrebbero poi riallacciarsi come prima? Evidentemente no. I Paesi ex sovietici dovrebbero armarsi fino ai denti per non subire la sorte dell’Ucraina e il popolo russo sarebbe ancora più succube della propaganda criminale di Mosca. Stiamo veramente scivolando su un piano inclinato che non offre alcun appiglio per fermarci.

Leggi anche:

Museum of Kiev, director Sydorenko’s appeal – Cessare ogni collaborazione scientifico/culturale con la Russia

Culture for peace, an appeal from AAF, Paris-Instanbul