La gara per la Rai

scultura raffigurante un cavallo che nitrisce sollevando il muso verso l'alto. La scultura è all'interno di uno spazio verde, davanti alle vetrate di un edificio
La sede Rai di Viale Mazzini a Roma; copyright ANSA per ufficio stampa Rai

Una bagarre inaspettata, qualcosa che è sembrato fuori tempo e invece no. 

Da una parte l’asse Beppe Sala/Letizia Moratti, i politici più potenti della Lombardia, dall’altra Nicola Zingaretti/Virginia Raggi, quelli del Lazio.

Il presidente della Regione Lazio si è insospettito. Ha constatato che il proposito del sindaco di Milano Beppe Sala di trasferire gli studi produzione Rai ospitati in via Mecenate in vecchi edifici industriali riconvertiti, stava diventando realtà. La nuova sede milanese delle produzioni Rai sarebbe stata niente di meno che negli edifici della Fiera al Portello, all’ombra dei grattacieli di CityLife. Una sede che più ambiziosa non si può. Un’occasione determinata anche dalla sovrabbondanza di spazi che la Fiera di Milano si è trovata a seguito del Covid

Zingaretti ha chiarito: “Nulla contro Milano, ma da amministratore difendo la mia terra da possibili pericoli di svuotamento”. Sala ha risposto: “Quest’idea che c’è un’affinità tra Roma e la Rai e che questa non si possa toccare è uno degli esempi per cui il nostro Paese non può crescere”. 

Il decennio trascorso ha assicurato a un pugno di città, come Barcellona e Milano, una libertà di scelte di cui solo grandi capitali avevano goduto nel passato. Flussi di visitatori, investimenti, cultura, l’hanno messa su un piano completamente diverso da città, non lontane, fino ad allora concorrenti ad armi pari. Hanno permesso la crescita di settori con tassi di sviluppo elevati, redditi e riduzione importante della disoccupazione. 

Beppe Provenzano, ministro del Sud del governo Giallorosso, accusava Milano di non redistribuire al resto del Paese. L’accusa ha rappresentato bene lo stato d’animo di un Paese escluso da questi benefici. 

Poi è arrivato il Covid e l’economia per sopravvivere ha svoltato nel digitale. Il risultato è che non è più obbligatorio abitare e lavorare in una città” flagship”, così le chiamano in USA, come Milano, per godere di opportunità speciali. Si è riaperta la concorrenza e, sebbene Milano con Mediaset e Sky si avvantaggia della presenza di due Tv generaliste, un centro produttivo Rai fa gola. Le serie televisive e lo streaming sono diventati il nuovo campo del contendere. Tutto è di nuovo in gioco.