La fantasiosa narrazione di Putin e la verità storica

La fantasiosa narrazione di Putin e la verità storica
Immagine simbolo del Muro di Berlino Di Superchilum - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35059104

La narrazione russa: L’Europa in debito

Il sanguinoso conflitto armato in Ucraina, voluto in maniera scellerata dal leader russo, ci obbliga a chiarire una volta per tutte la dinamica dei fatti dopo quasi ottanta anni di approssimazioni. Putin ritiene che Unione Sovietica in quegli anni abbia guadagnato un credito illimitato nei confronti dell’Europa per averla liberata dall’occupazione nazista al costo di 27 milioni di vittime. Bisogna chiarire.

In primo luogo la guerra fu resa possibile dal famoso Patto di non aggressione stipulato il 23 agosto del 1939 fra il ministro degli esteri della Germania nazista Joachim von Ribbentrop e il suo omologo sovietico Vjačeslav Michajlovič Molotov.

Il Patto prevedeva l’aggressione russa alla Polonia orientale e la sua spartizione con la Germania, l’attacco alle Repubbliche baltiche di Estonia, Lettonia, Lituania e alla Bessarabia. Si trattò quindi di una vera e propria alleanza finalizzata alla spartizione dell’Europa baltica e orientale e alla ricostituzione del vecchio impero zarista. Cioè lo stesso progetto attuale di Putin.

Successivamente, con il benestare di Hitler, Stalin avrebbe aggredito la Finlandia, che si difese coraggiosamente durante tre mesi di aspre battaglie. Alla fine cedette a Mosca solo il 10% del suo territorio, cioè la Carelia, ancora oggi occupata dai russi.

Panslavismo

Ma c’è molto di più. Nel 1940 e nel 1941 la Germania e la Russia instaurarono diversi trattati commerciali. Hitler ottenne grandi quantità di materie prime e se ne servì per attaccare l’Europa Occidentale.

Quando Hitler nel 1941 avanzò in Unione Sovietica, trovò l’ esercito russo totalmente impreparato, a causa delle quattro micidiali purghe con le quali Stalin aveva decimato gli altri gradi dell’Armata Rossa. A ciò seguì una gestione sconsiderata del conflitto alla quale che solo l’eroismo del popolo russo poté porre rimedio, con i costi umani prima enumerati.

Ma al Cremlino non interessò tanto questo, quanto la possibilità di sottomettere buona parte dell’Europa Orientale, non di liberarla, come spesso impropriamente si legge in molti trattati.

Se Mosca avesse restituito l’indipendenza agli Stati dell’Europa dell’Est avrebbe poi potuto ergersi a vera liberatrice dal nazismo. In tal modo avrebbe giustificato la sua narrazione, ma così non fu. Anzi con la guerra fredda l’oppressione militare del Cremlino divenne sempre più tirannica e illiberale fino al crollo del muro di Berlino.

Per tale ragione non c’è motivo di stupirsi della diffidenza e dell’ostilità dell’Oriente europeo nei confronti del gigante euroasiatico . Il ritorno al panslavismo zarista non ci sarà e Putin nulla potrà fare contro il procedere della storia