Il globale si unisce al globale. Lei si occupa di emergenza globale, soprattutto di riscaldamento climatico e l’altra parte di petrolio globale. Lei è Greta Thunberg l’altra parte è X-SITE Energy Services e il suo manager Doug Sparrow, campione. Lei piccola, magra e piccola di età ma occhi di fuoco a dispetto del loro colore ceruleo, la holding internazionale robusta e tenace nei propri indiretti attacchi alla salvaguardia del pianeta.
Per dimostrare questo suo impegno finanziario, ha pensato di offrire ai propri dipendenti una decalcomania da apporre sui loro caschi di sicurezza, cosicché in caso di nebbia fitta si potessero riconoscere tra di loro. Non hanno faticato a capire di quale messaggio fossero portatori: quella terribile svedesina rompiscatole meritava una rappresentazione icastica.
Disegnata di spalle, due trecce lunghe che anziché pendere sono afferrate dalle mani di uomo, braccia sineddotiche (rappresentative) della figura umana che non c’è. Due scritte sulle spalle rese ancora più sinuose di quanto forse non siano in realtà: X-SITE e, ovviamente, Greta.
La conclusione dovrebbe essere che ci sia un mandante e una vittima, almeno rappresentativamente parlando. Desiderio audace che a causa di ciò l’eroina nordica avrebbe smesso di disturbare i profitti della grande azienda. Docilissima e saggia come un profeta, la ragazza parsimoniosamente commenta: “E’ la dimostrazione che stiamo vincendo”. Nessuna invettiva di rimando. Ma a questo hanno pensato altri, soprattutto sui social.
Questo verrebbe da chiamarlo un global stupro. Che sembra quasi firmato per come il manager della compagnia Doug Sparrow si dimena per giustificarsi, dal momento che è facile supporre che qualcuno abbia autorizzato non solo la produzione delle targhette, ma anche la loro destinazione ufficiale, appunto sui caschi. Afferma di esserne a conoscenza ma, inevitabilmente toccato, precisa: “ Non è una bambina, ha diciassette anni”. Lasciamo che ognuno dai quindici ai novant’anni, in ogni parte del globo, faccia il suo commento.
L’azienda ha fatto sentire la propria voce: “Questo non riflette i valori di questa compagnia o dei nostri impiegati. Ci dispiace profondamente per la sofferenza che possiamo avere causato”. Ma di che valori si tratta?
Una figura ha reagito con forza, il disegnatore argentino German Canalla, che si dice autore di questo disegno, ma nella sua versione originale priva di alcun segno di oltraggio.