Sabato 29 gennaio 2022, in clima pandemico. Una serata di giubilo diffuso. L’Italia, ogni cittadino – le eccezioni rimangono tali – esulta. Fino alla commozione. L’amaro avanspettacolo che gli sviliti impotenti protagonisti della politica hanno offerto agli italiani in questi giorni elettorali si è volatilizzato d’un tratto. L’Italia ha corso grandi rischi nel clima grandemente dissestante della pandemia e di un PNRR ancora in sospeso.
Questo clima angosciante ha lasciato improvvisamente la scena a giubilo, entusiasmo, fiducia, esultanza, commozione, fino a provocare qualche lacrima di gioia in Parlamento. La saggezza ha vinto sulla base di una semplice battuta di Sergio Mattarella, che passerà alla storia della Repubblica italiana non soltanto per i due mandati e altro, ma anche come l’uomo dei lunghi applausi: da quelli di riconoscenza scoppiati alla Scala a quelli rincuoranti di stasera in Parlamento.
Il secondo mandato del Presidente Mattarella
Dopo il chiaro e ripetuto messaggio di opportunità che non si pensasse a lui per un secondo mandato e dopo il suo incessante riserbo e silenzio di questi giorni, nelle ultime ore è arrivato il suo lapidario laconico: “Se serve, ci sono”. Non c’è dubbio che qualche telefonata di incoraggiamento c’è stata, come quella di Silvio Berlusconi e Mario Draghi, assieme alle azioni istituzionali dei capigruppo.
L’Italia è stata percorsa stasera da un fremito certamente non meno forte di quello dei tempi della Costituente (una sorta di situazione bellica in questi anni la stiamo pur vivendo). Ora il sipario non si chiude. Si è aperto, e con le migliori prospettive possibili e la sinergia di tre figure di alto rilievo: Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio Mario Draghi e Giuliano Amato, neoeletto presidente della Consulta. Grazie, Presidente.