Tutti pazzi per Petra e Amman

fotografia colori, panorama diurno città Amman, resti archeologici primo piano, sfondo edifici moderni su collina, colori chiari bianco grigio azzurro
Scorcio panoramico della città di Amman
fotografia colori, panorama diurno città Amman, resti archeologici primo piano, sfondo edifici moderni su collina, colori chiari bianco grigio azzurro
Scorcio panoramico della città di Amman

Nell’era dell’iperglobalizzazione, di internet e dei social media che azzerano qualsiasi distanza geografica e qualunque barriera spazio-temporale, l’incontro tra culture diverse può ancora rappresentare motivo di stupore, scoperta e scontro.

Ciascuna cultura è portatrice dell’identità di un popolo che si diffonde col contatto diretto, a dispetto del fatto che gli strumenti telematici fanno circolare in grandi quantità informazioni provenienti da tutte le parti del mondo.

Questo vale ancora di più quando si contrappongono «culture europee o occidentali» e «culture orientali, musulmane o arabe». In questi casi, si producono le generalizzazioni che talvolta facciamo per semplificare realtà estremamente complesse che tali sono anche a causa dell’influenza dei media.

In genere i media ci propongono sintetiche considerazioni su queste «culture», e su come esse si rapportino le une alle altre. Ma è grazie al dialogo che possiamo cogliere, di ciascuna, tutta la complessità sociale e politica.

A questo proposito, risulta interessante il caso della Giordania, paese arabo e musulmano, modello di moderazione e apertura in un area del mondo segnata da crisi e conflitti e sempre sotto i riflettori dell’opinione pubblica internazionale. Un Paese che lentamente cerca di crescere e aggiornarsi, senza però tradire la propria identità araba e musulmana, malgrado la difficile situazione economica che penalizza soprattutto le nuove generazioni.

La Giordania, ogni anno, registra un alto flusso di stranieri, residenti o in transito, in gran parte europei. Durante il proprio soggiorno ognuno di essi si chiede: che cosa pensano i giordani di noi? Che idea hanno della nostra «cultura» e del nostro paese di appartenenza? Non esiste naturalmente una sola risposta. Questo perché le idee e gli atteggiamenti mutano a seconda dell’età, del livello culturale, e della classe sociale.

Paese estremamente accogliente, la Giordania esibisce tanta curiosità nei confronti degli ospiti europei in quanto appartenenti a un’area geografica considerata un importante modello di sviluppo economico, di ricchezza culturale e professionalità.

In particolare, le nuove generazioni sembrano desiderare lo scambio di conoscenze e guardano ai coetanei europei come esempi di emancipazione e realizzazione personale. Gli studenti universitari in particolare sognano spesso di fare un’esperienza di studio in Europa o addirittura di trasferirvisi, senza per questo perdere l’amore per il proprio Paese. Infatti, pensano di tornarvi e lì impiegare le competenze acquisite.

A questo riguardo, colpisce l’attenzione che riservano agli italiani che giudicano ben capaci di far dialogare tra loro tutte le generazioni. Alla base c’è l’ammirazione che i giordani provano per l’Italia e per le sue peculiarità che la rendono unica al mondo. Ad esempio, il patrimonio storico e culturale, il cibo, la moda, il calcio, la musica, la lingua. Inoltre i due Paesi si attraggono per via di affinità, ad esempio nella condivisione di valori sociali e comportamentali. Che è poi una caratteristica comune a tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

Ali Abughanimeh, critico, professore di Storia dell’Architettura e direttore di Dipartimento alla Jordan University, Amman

Jihad Al-Shuaibi, professore di Italiano alla Jordan University, Amman, dove dirige il Dipartimento di Lingue Europee