Il teatro e il talento femminile, la neo nominata direttrice Caroline Guiela Nguyen
Una giovane donna da settembre 2023 sarà alla guida del Thèâtre national de Strasbourg. È saggia, capace, sensibile e bella. Non è il classico ritornello da stereotipo consumato e un po’ noioso: Caroline Guiela Nguyen è proprio così.
É attiva da più di un decennio nella scrittura e nella drammaturgia contemporanea, è giovane quanto basta. Possiede un curriculum dal quale emerge la spiccata capacità di attraversamento fra generi contigui. La neodirettrice è, infatti, un’ottima regista di documentari, cortometraggi, testi teatrali e radiofonici da lei stessa creati che non lasciano il pubblico passivo. Nel 2009, insieme ad altri artisti, fonda la compagnia Les Hommes Approximatifs che porta in scena testi originali aventi per oggetto il tema della scomparsa.
Caroline Guiela Nguyen e i teatri
Ha ricoperto il ruolo di artista associato per istituzioni teatrali di grande prestigio come l’Odéon – Théâtre de l’Europe di Parigi, la Schaubühne di Berlino, il Théâtre national de Bretagne di Rennes, MC2 di Grenoble. Ora lo è per il Piccolo Teatro – Teatro d’Europa.
Negli ultimi anni ha ricevuto importanti premi: nel 2018 ha vinto il premio Georges-Lerminier del Sindacato della critica, ha ricevuto la nomina al premio Molière nella categoria autori viventi di lingua francofona per il testo SAIGON. E ancora del 2018 è il premio SACD (Société des auteurs et compositeurs dramatiques) Nuovi Talenti per il Teatro. Nel 2019 Caroline si aggiudica il Premio di drammaturgia Jürgen Bansemer et Ute Nyssen del Goethe-Institut Paris per SAIGON.
Una donna particolarmente sensibile
La sensibilità di Caroline Guiela Nguyen si percepisce a partire dalla voce che, per il suo dolce e musicale francese, fa pensare a una piuma che vola nell’aria pulita e libera, certa di poggiarsi dove si ha bisogno di lei, del suo calore e della sua leggerezza.
Il teatro di Caroline non è centrato su uomini o donne ma su persone. E a loro è rivolto. I messaggi contenuti sono per coloro che vivono, o sopravvivono, su questa terra di gioie e molti dolori. Ma, come per i film di Pasolini, il dolore non è un diminuendo, bensì una forza che accresce la gioia di vivere la vita, seppure nella perenne nostalgia.
La fratellanza in un testo fantastico
Per l’autrice francese la gioia di vivere si conquista giorno dopo giorno, con l’ascolto, la comprensione. Così la difficoltà di vivere dei sopravvissuti è il cuore di FRATERNITÉ, Conte fantastique, un testo che, adottando lo stile fantascientifico, descrive come occuparsi di chi si salva da un disastro improvviso.
Nel testo della drammaturga l’attenzione è puntata su quella parte di umanità sfuggita alla decimazione causata da una breve ma catastrofica eclissi. Il racconto si concentra su dopo, sulla difficoltà di continuare a vivere. Una moltitudine di persone che parlano lingue diverse, professano religioni differenti, hanno svariati colori di pelle. Però, sono tutti legati dall’avere perduto parte di se stessi con la dissoluzione dei propri cari, dei quali non si saprà più nulla. In un attimo ritrovarsi soli, senza conforto e senza colpa.
Il teatro umanistico
Il lavoro FRATERNITÉ, Conte fantastique – che fa parte di una trilogia – trae ispirazione dalla lettura del libro “Naufraghi senza volto” di Cristina Cattaneo, un’altra donna di spessore non comune (è professore ordinario di Medicina Legale all’Università Statale di Milano e direttore del LABANOF – Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense). Così come la Cattaneo nel suo laboratorio cerca di dare nomi ai cadaveri dei migranti annegati nei nostri mari, anche FRATERNITÉ si inscrive nella linea della ricerca. Un tracciato chiaro quello di Caroline che mette in scena il suo teatro umanistico.
Artista associato al Piccolo Teatro di Milano, che si conferma teatro di rilevanza internazionale perché Teatro d’Europa, Caroline Guiela Nguyen è la persona giusta al momento giusto: donna, direttrice di un grande teatro d’Europa e interessata, per vocazione laica, a ciò che verrà e alla cura di coloro che rimangono. La cura che si deve a chi è solo, malato, derelitto, sopraffatto dagli eventi, ai dimenticati e agli invisibili.
Tre ore di spettacolo per imparare il lavoro di cura e assistenza. Dal 26 al 28 gennaio 2023 al Piccolo Teatro di Milano.