Due modi di ripensare la città

nella foto a colori si vede una cascata di luce illuminata creata da James Wines per l'Expo di Siviglia del 1992
Avenue Five Central Plaza and Water Buildings - Seville World Expo 92 - Seville Spain - 1992 - Main section of water wall at night. Site James Wines

I numeri dicono molto. Le compravendite immobiliari nel settore uffici calano di ben oltre il 30%. Le azioni del settore immobiliare sono sotto mediamente del 40%. Una riduzione dei prezzi è solo questione di tempo.

Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma, ha dichiarato: “Sono il primo a sperare di sbagliarmi, ma, prima o poi, si vedrà anche un effetto sui prezzi e quindi sui canoni che, finora, nelle grandi transazioni immobiliari, non si è visto. Forse perché i manager immobiliari che hanno investito in questi anni hanno l’esigenza di confermare il valore del loro investimento”. E’ una dichiarazione sibillina. Viene proprio da una società di ricerca basata a Bologna dove fenomeni di ipervalutazione non si sono verificati e che può quindi guardarsi attorno con maggior serenità.

La grande accusata è Milano, dove le valutazioni sono state eccessive. Prezzi spropositati nelle operazioni di rigenerazione urbana sono state la norma.

Due indicazioni dei più quotati urbanisti, Stefano Boeri e Carlo Ratti, cercano di chiarire un possibile futuro. Il primo, del Politecnico di Milano, il secondo del MIT di Boston. Guardate con attenzione, illustrano una diversa attrattività dei centri urbani. Per Milano sono la cura ideale. Stefano Boeri punta a dotare di reti digitali i piccoli borghi che, in questi anni, hanno sofferto un depauperamento consistente di attività e di popolazione. Carlo Ratti punta invece a una gestione digitale della città. Quindi appiattimento delle curve di congestione e riduzioni dell’affollamento nell’uso di infrastrutture e servizi. Insieme al sindaco di Stoccolma, con cui ha lavorato, sono stati raggiunti ottimi risultati. Se questi modelli avranno anche un relativo successo, si passerà da città molto concentrate ad aree urbane più distese. É il tramonto del modello di città dell’Epoca Neoliberale con la sua concentrazione estrema di ricchezza e diseguaglianze.

Nel dopo Covid più chip, più digitale, miglior gestione delle infrastrutture e città più eque. Sicuramente prezzi anche più bassi. É la rivoluzione digitale, bellezza!