Dark, la triplice recensione

recensione loop

All’interno di questo labirintico mondo narrativo in cui vengono presi in causa Einstein Rosen, la particella di Dio, il gatto di Schrödinger, i paradossi temporali. Dualismo e triquetra. Il concetto di loop infinito, le scorie radioattive, la scomparsa di bambini e intricatissime storie di letto. Ci si perde quasi subito. Ma questo non fa calare l’interesse. Anzi. 

Possiamo ritrovare indizi come briciole di pane che potrebbero condurci fuori dal bosco, ma potrebbero essere, invece, una furbesca trappola d’uno sceneggiatore sadico e calcolatore.
In effetti alcuni di questi, come ad esempio la traccia del ciclo di 33 anni e il rapporto a 3 è un elemento forte della storia. I paradossi temporali, invece, sembrano non causare shock apocalittici come in altri film sul tema del viaggio nel tempo.

Interessante è che, con il pretesto di una trama piena di eventi drammatici. Ci vengano passati quasi in modo subliminale complicati concetti di fisica. Chissà che questo non faccia nascere curiosità che qualcuno vorrà approfondire. 

Molto toccanti anche alcuni rapporti affettivi. Padri che sfidano tempo e sanità mentale per salvare i propri figli, madri capaci di sacrifici estremi per le proprie figlie, amanti che sfidano le leggi della natura ed apocalissi nucleari per rimettere a posto le cose.

Ma la cosa che più stupisce è che una serie ambientata completamente in Germania e che preveda di andare avanti ed indietro nel tempo (in almeno 5 periodi storici) riesca rocambolescamente ad evitare di tirare in mezzo proprio il periodo tra il 1933 e il 1945, facendo pensare ad una volontaria rimozione.