Alla scoperta di Chagall illustratore

Chagall
Marc Chagall, Le Rêve, 1927.

Marc Chagall è in mostra al MUDEC di Milano fino al 31 luglio. L’esposizione  si rivela come un’ampia selezione delle opere che l’artista russo ha prodotto per vari libri.

Marc Chagall (1887-1985)

Dopo essere stato il direttore della scuola d’arte di Vitebsk (la sua città natale, oggi in Bielorussia) fu cacciato da esponenti di correnti d’avanguardia ben più radicali di lui.

Dalla Bielorussa si sposta in Germania, dove si lega a Paul Cassirer, che pubblica la sua autobiografia, Mein Leben (La mia vita) nel 1922 sotto forma  di un portfolio con acqueforti. Questo libro sarà pubblicato a Parigi dall’editore Stock nel 1931, tradotto dalla moglie Bella. Questo libro di ricordi è un merviglioso compendium dell’universo di Chagall. L’amicizia, la sua infanzia e la sua adolescenza. Ma anche la genesi del suo universo onirico, insieme giocondo e melanconico.

Chagall a Parigi

L’artista si sposta a Parigi e lì fa la conoscenza dell’eclettico e stravagante mercante d’arte Ambroise Vollard, che gli chiede nel 1924 di fare delle illustrazioni per il racconto di Nocolai Gogol, Anime morte. L’artista ci lavora quache anno, ma la raccolta di acqueforti non uscirà che dopo la morte di Vollard (nel 1937), precisamente nel 1948. Il suo nuovo editore, Tériade, gli chiede di aggiungere allora altre stampe in bianco e nero.

Le illustrazioni bibliche

Poi, realizza una grande serie di guazzi e d’acquaforte per narrare i principali episodi della Bibbia sempre su richiesta di Vollard, e questo fino al 1931. Il volume uscirà grazie a Tériade solo dopo la guerra (contiene una settantina di fogli).

Chagall per La Fontaine

Ma Vollard aveva sempre mille progetti in testa. Nel 1925, per l’edizione di lusso delle Fiabe di Jean de La Fontaine la scelta per le illustrazioni ricade ancora una volta su Chagall. Il volume sarà stampato negli anni cinquanta per le edizioni Verve.

Burning Lights

Tra le illustrazioni di Chagall brilla certamente la serie di disegni destinata al libro di sua moglie Bella. Trentasei inchiostri per Burning Lights, venuto alla luce a New York nel 1946, presso l’editore Schoken Books.
Insomma, Marc Chagall ha dimostrato di essere un grande illustratore e non ha mai considerato questo esercizio come minore. Che sia a colori o in bianco in nero, ha immaginato un mondo dove s’incrociano le diverse esperienze della sua vita. La Russia della sua infanzia, la Germania, la Palestina, l’America, dov’è fuggito durante la guerra, e soprattutto la Francia che l’ha accolto con rispetto e ammirazione.
Così, vediamo il violonista sul tetto, le strade del suo quartiere a Vitebsk, i rabbini e le mucche che volano nel cielo vicino ai giovani sposi, la Tour Eiffel e il mondo russo ormai sparito. Nei suoi quadri, si vedono spesso il Cristo con allusione alla sua famiglia ebraica. Chagall non rinnega niente: prende il meglio del suo cammino.

Una spiritualità eclettica

La cosa curiosa di questa mostra è di avere aggiunto alla fine del percorso degli oggetti rituali ebraici, candelabri oppure sofari, Thorah o chanukkià. Chagall non era ortodosso e aperto alle altre religioni. Certo, alcuni  di questi oggetti di culto, usati nelle sinagoghe o a casa per il chabbat o le grande feste, fanno parte della sua storia. Ma ciò non lo definisce per niente.