Venezia, Ai Weiwei e la Fondazione Berengo

Venezia, Ai Weiwei e la Fondazione Berengo

Dopo sette anni di assenza, le opere d’arte in vetro tornano protagoniste a Venezia. Accade con la personale del grande artista cinese Ai Weiwei, una collaborazione tra la Fondazione Berengo, lo Studio Berengo, l’Abbazia di San Giorgio Maggiore, e l’artista cinese tanto contrastato in terra natia quanto acclamato all’estero. Mostre in in tutta Europa e largo consenso di pubblico contro l’ostilità nel suo Paese, che ne comprende i nascosti segni spirituali, Ai Weiwei si avvicina al vetro grazie all’insistenza nel tempo di Adriano Berengo. È il 2015 e Berengo propone l’iniziativa Glasstress in occasione della presentazione della Biennale. Quest’anno ecco questa mostra basata sull’uso di fuoco e soffio e intonata a  “La Commedia Umana – Memento Mori.

Esplorazioni nel vetro, Ai Weiwei a Venezia

Il vetro: materiale flessibile nelle mani dei maestri artigiani sotto l’effetto del fuoco che diventa fragile e indeformabile. Subisce un cambiamento di stato fisico che impedisce la replicabilità determinando l’unicità del manufatto.

Da artista libero quale si sente sia interiormente che nelle scelte di vita, Ai Weiwei ha deciso di accettare la sfida di Adriano Berengo, fondatore dell’istituzione veneziana impegnata nella diffusione dell’arte del vetro. Questa collaborazione ha portato ad un risultato sorprendentemente luminoso e illuminante, a dispetto del titolo dell’esposizione, “La Commedia UmanaMemento mori.

Alla base del lavoro di Ai Weiwei il legame con la tradizione e la conoscenza del passato. Oltre  allo sguardo al presente e al futuro. Il titolo “La Commedia Umana si riferisce a un’opera in vetro – che rimanda a Honoré de Balzac e a Dante – e invita a vivere con intensità ogni momento, dimenticando l’ineluttabilità della morte.

Venezia, Ai Weiwei e la Fondazione Berengo
La Commedia Umana, 2017-2021, glass, particolare; dalla foto originale di Francesco Allegretto

La straordinaria installazione, tale perché è la più grande che sia mai stata realizzata, sospesa e in vetro di Murano, misura circa sette metri di larghezza e nove d’altezza. Di colore nero, con grottesca ironia rappresenta un lampadario generatore di luce interiore quella che scaturisce dall’oscurità. L’opera si sviluppa in senso verticale, ed è composta da oltre duemila pezzi in vetro, pesa più di 2.700 chilogrammi. Scheletri disaggregati e sospesi nel vuoto; umani e animali resti neri volanti che si stagliano nel chiarore dell’ambiente con eleganza e trascendenza.

Arte contemporanea, laicità e progresso

Il grandioso manufatto, opera dei maestri vetrai di Murano, è collocato all’interno della palladiana Basilica di San Giorgio Maggiore. Da qui talune riflessioni scaturite a proposito dell’apertura di un luogo di culto cattolico al misticismo orientale e alla laicità dell’arte contemporanea: segnali concreti di progresso verso l’esercizio di tutte le libertà e la mutua comprensione.

In mostra, oltre a molti recenti lavori realizzati in vetro, si trovano alcune fra le più significative opere caratterizzanti il percorso artistico di Ai Weiwei;dalle opere in legno  (ad esempio “Tree” del 2016). fino alle ultime con mattoncini LEGO (fra cui “Illumination” del 2019 e  “Know Thyself” del 2022).

Ai WeiweiLA COMMEDIA UMANA – MEMENTO MORI, a cura di Ai Weiwei, Adriano Berengo e Carmelo A. Grasso, Basilica di San Giorgio Maggiore, dal 28 agosto al 27 novembre 2022, dalle 10.00 alle 18.00, tutti i giorni, chiuso il martedì. Ingresso libero.

Sito ufficiale: https://www.berengo.com

 

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