Sul fermento elettorale l’imponderabile della Settimana della Moda

Il presidente del M5S Giuseppe Conte a Milano lancia in resta nella campagna elettorale

Giuseppe Conte è andato a Baggio, periferia sud ovest, precisamente al mercato rionale. Si è espresso contro il nucleare verso il quale forse si era dichiarato disponibile Matteo Salvini che tra l’altro aveva promesso un ministero dell’Innovazione a Milano. Una proposta che dovrebbe portare solo una manciata di voti a leader della Lega.

Il leader Giuseppe Conte coglie in pieno le disponibilità di una Milano votata alla moda e al fatturato

Conte, ormai leader conclamato anche fuori dai suoi pentastellati per la sua sicurezza, destrezza, e forza programmatica, si è mosso a proprio agio tra gli elettori di Baggio cogliendo una delle ultime finestre di disponibilità di una Milano assorbita in una agenda impegnativa. Ormai la città sembra guardare alla politica con lo stesso disinteresse con cui gli inglesi hanno guardato alla nomina di Liz Truss a primo ministro. L’attenzione sta svaporando in modo palpabile e l’agenda degli appuntamenti economici dice tutto. Milano sembra il setting di una campagna elettorale come avvengono a Amburgo e Copenaghen. Compostezza e poche manifestazioni sopra le righe. La ragione sta nel fatto che la settima della Moda si sovrappone all’ultima della campagna elettorale. Forse quando ha fissato le date il Presidente Sergio Mattarella non ha potuto fare altrimenti sebbene avvertito dai suoi consiglieri. Da qui un progressivo raffreddamento dei milanesi verso la politica e una preferenza per comunicati politici, dibattiti via Zoom, Tik Tok, Whats Up, Instagram.

Il sovrapporsi della Settimana della Moda

La settimana della Moda si svolge dal 20 al 26 settembre. Si sovrappone persino al giorno delle elezioni. il 25. Dal punto di vista tecnico i preparativi della Settimana della Moda scattano due settimane prima con una full immersion nella terza settimana di settembre. Dato che il settore Moda fa almeno un terzo dell’occupazione milanese senza contare attività collegate come alberghiera ristorazione e servizi, la maggior parte dei politici è molto cauta nel farsi vedere a Milano. Il fatturato regna sovrano, è letteralmente esploso, il più alto degli ultimi 25 anni. Quasi 30% in più di crescita il primo semestre del 2022. Il 2008 viene polverizzato. Il Comune si mette a disposizione.  Tutto diventa Fashion Hub. L’ADI Museum, Triennale, ma anche le altre istituzioni milanesi come Scala, Piccolo Teatro e Brera offrono empatia. Non si sottraggono all’entusiasmo il sistema museale del Comune con in testa Palazzo Reale, mostra di Richard Avedon, e Museo del Novecento. L’attimo va colto, per il secondo trimestre del 2022 è atteso un raffreddamento del sentiment che si tradurrà in un vistoso rallentamento.

L’avversione al rialzo dei tassi di interesse proposto da Isabel Schnabel e Lael Brainard

Negli ultimi 5 anni i ritorni delle azioni del settore Lusso sono stati stratosferici tra il +60% e il +200%. Nessuno vuole ora rimanere indietro e tutti ricordano il passato appuntamento primaverile funestato proprio dall’invasione russa in Ucraina. Un pessimo risveglio. Il sistema Moda non ama il rialzo dei tassi di interesse, si parla di +0,75 proposto da Isabel Schnabel del Comitato esecutivo della BCE, cui si è accodata l’amica USA Lael Brainard, vicepresidente della Fed. I sondaggi di You Trend/Pregliasco, Ghisleri, IPSOS/ Pagnoncelli hanno perso per strada parte della tensione, suspence e eccitazione da quando la situazione sembra stabilizzata con un chiaro vincitore.  Il pronosticato bottino di Fratelli d’Italia sembra suggellato dall’inclinazione di Giorgia Meloni verso un atteggiamento quasi meditativo. I suoi colonelli milanesi, Riccardo De Corato e Daniela Santanchè frenano il loro carattere battagliero e seguono disciplinati. Nel gruppo degli inseguitori Pd, Lega, Forza Italia Calenda/Renzi e Conte, la contesa è più aspra che mai. Le loro aspirazioni e il livello delle loro affermazioni – a meno di incidenti di percorso dello schieramento maggiore – sono frutto di una intensa battaglia politica dentro una campagna elettorale durissima.