Kaliningrad verso il Centro Europa

Kaliningrad verso il Centro Europa
Ph di Westpress Kaliningrad archive, image # / Alexandr Podgorchuk, / CC-BY-SA 4.0, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=58685566

I cittadini dell’Unione Europea considerano ancora oggi un’ipotesi molto remota l’allargamento della guerra ucraina ad altre zone del centro dell’Europa. Non la pensano così i vertici politici e militari della NATO e dell’Unione. La Germania ha già esaurito i centro miliardi di euro stanziati per mettere sul campo uomini e mezzi nel caso di una aggressione russa. I Paesi baltici costruiscono barriere di tutti i tipi per ostacolare un’invasione da Est, sostenuti da svedesi e finlandesi. La Polonia ha superato il 4% del Pil nelle spese militari e la sua economia si sta posizionando in un assetto prebellico, come altri Paesi europei.

Kaliningrad, l’enclave 

Si ritiene che la prossima occasione di conflitto sarà costituita dalla anomala condizione della enclave di Kaliningrad, promontorio russo sul Baltico di vitale importanza militare per Mosca, ma irragionevolmente separato dal territorio della madrepatria da Lituania e Polonia. Una situazione terribilmente simile a quella di Danzica prima della seconda guerra mondiale, oggetto delle rivendicazioni di Hitler. Non si capisce bene come dopo quella esperienza si sia deciso di infliggere a Mosca questa sorta di umiliazione. Ma lo si è fatto.

Nuovo ordine, metodi antichi

Ma ancora qui ci troviamo nell’ambito delle cause occasionali non delle ragioni profonde di un grande conflitto. Secondo molti politologi la guerra, che sembra incredibilmente quasi desiderata da talune importanti forze politiche, ha una funzione precisa: instaurare un nuovo ordine con il più antico dei metodi, ovvero una gerarchia, relativa o assoluta, basata sulla forza. C’è una forte analogia storica fra le guerre coloniali e le circostanze simili a quella che il XXI secolo sta vivendo.

Kaliningrad tra l’assenza di ordine e  l’ordinatore

La guerra coloniale serviva a stabilizzare la sottomissione di una parte del mondo alla forza di un’altra parte di esso. Le guerre mondiali sancirono un bipolarismo e una suddivisione del dominio del pianeta fra due grandi potenze. Adesso le grandi potenze sono più di due e si tratta di comporre una piramide di potere in cui appaia chiaro il posto e la funzione di comando di ciascuna potenza, dal momento che il generico multipolarismo non riesce a garantire quell’ordine che l’economia globalizzata inevitabilmente richiede. Secondo Platone neanche una banda di assassini può funzionare senza un ordine gerarchico: figuriamoci il governo del pianeta. Un ordine richiede un ordinatore. E un ordinatore deve avere la forza di fare rispettare l’ordine stabilito.