Valentine de Saint-Point: Lussuria e Mistica tra Europa e Egitto

Sullo sfondo di un testo dattiloscritto e compatto emerge, in primo piano, il volto di Valentine de Saint-Point, scrittrice, poetessa, danzatrice, autrice di manifesti sulla Lussuria e l'Eros, in clima futurista
Valentine de Saint-Point nel Manifesto futurista della Lussuria, 1913 (elaborazione di Laura Baldieri, 2009)
Sullo sfondo di un testo dattiloscritto e compatto emerge, in primo piano, il volto di Valentine de Saint-Point, scrittrice, poetessa, danzatrice, autrice di manifesti sulla Lussuria e l'Eros, in clima futurista
Valentine de Saint-Point nel Manifesto futurista della Lussuria, 1913 (elaborazione di Laura Baldieri, 2009)

Nell’ambito del Futurismo merita una rilettura opportuna Valentine de Saint-Point (1875-1953), autrice, tra l’altro, dei manifesti futuristi della Donna (1912) e della Lussuria (1913). In quest’ultimo rivendica il valore positivo del piacere e della sensualità, che diventano fonte di liberazione spirituale e unione con l’universo, sia per la donna che per l’uomo. La Lussuria è “la ricerca carnale dell’Ignoto, come la cerebralità ne è la ricerca spirituale”. La Lussuria, che è una forza, “è il gesto del creare, ed è la creazione”. Superando le ipocrisie della morale tradizionale, incapace di vedere le profondità e bellezze del sesso, l’eros può divenire opera d’arte.

Nel Manifesto futurista della Lussuria l’autrice auspica l’avvento di una “superfemmina”: aggressiva figura materna nella difesa della razza; amante luciferina, votata alla lussuria e all’esaltazione del desiderio sessuale, libero dai fardelli sentimentali dell’amore fino all’estremo dello “stupro per ricreare la vita”. Ritiene che la psiche della donna, nei suoi tratti fondamentali, sia rimasta più o meno immutabile attraverso i secoli e le epoche: “la donna è stata e resterà colei che crea, che domina, che esalta, e che, incoraggiandone le ambizioni, rafforza la volontà di vivere degli uomini, e dal suo ruolo di creatrice di corpi si eleva fino alla capacità di produrre anime”.

Questo elogio scritto da una donna risultava, nel suo tempo, ancora più coraggioso e anticonformista, e costituiva una dichiarazione di completa emancipazione del femminile. La sua era un’affermazione, senza pudori, delle peculiarità della donna: “Ogni popolo eroico è sensuale. La donna è per lui il più esaltante dei trofei”.

Su fondo rosso una danzatrice in evoluzione; sopra, il titolo MANIFESTE de la femme futuriste, libro-manifesto della scrittrice futurista e danzatrice Valentine de Saint-Point
Valentine de Saint-Point, Manifesto della donna futurista, 1912

I manifesti di Valentine furono pubblicati dai futuristi, anche per il prestigio che apportava al gruppo questa autrice francese (con discendenze illustri) – scrittrice e artista, coreografa e danzatrice – che si conquistò nell’ambito del movimento uno specifico spazio.

Il Futurismo vive anche nel suo irrequieto e avventuroso passaggio che deve essere opportunamente “attraversato”. La sua stessa vita è stata un percorso d’arte. Il suo scandalo culturale durò poco nel proseguo dell’esistenza, lunga e imprevedibile. Iniziò a viaggiare, scoprendo l’Islam, a cui si convertì prendendo il nome di Luce spirituale della religione. La sua luce si spense in un progressivo silenzio, morendo dimenticata e in povertà nel 1953 al Cairo.

Valentine, amante e modella di artisti, era sicuramente una femmina affascinante, come attesta la sua biografia di seduzione. Sono indicative, al limite del feticismo, le parole di Marinetti, dedicate alla sensualità di questa eroina futurista, di cui forse fu amante: «Il Manifesto della Lussuria viene declamato da una sensualissima bocca giovanile sotto due immensi occhi verdi le cui lunghe ciglia rimandano coi riccioli d’oro a diadema di perle autentiche e all’anello pesante occhiuto e scintillante che invetrina il più bel piede di donna del mondo».

Autori, come Roby Guerra, intravedono oggi una visionaria traslazione erotico-virtuale tra la Valentine futurista e Moana (Pozzi), quasi come una possibile erede. In una sua intervista a Mauro Biuzzi (referente dell’archivio dell’attrice) questo risponde, in tal senso: «In comune ci sono certamente l’Eros come fiamma, l’idea di virilità nel femminile, il rapporto necessario tra donna e crudeltà. Le lacrime di Eros, direi». Le lacrime dell’Eros Futurista continuano a esprimere Lussuria come Arte-Vita.

Copertina della mostra Rosa Lussuria, su fondo nero balza in primo piano, a tutto campo, con tratto rosso, una rosa. Inciso a caratteri bianchi il titolo Rosa Lussuria e il nome Vitaldo Conte, curatore della mostra che è dedicata alla scrittrice francese
Rosa Lussuria, mostra a cura di V. Conte dedicata a Valentine de Saint-Point, Biblioteca Prov.le ‘N. Bernardini’, Lecce 2010

Non è per caso che vedo nella seducente Valentine de Saint-Point una “eroina immaginale” con cui mi sono confrontato a proposito di eventi e testi di arte-narrazione. Ad esempio, due mostre sulla pulsione della scrittura pittorica da me curate e a lei dedicate: Body Writer (Catania 2009) e Rosa Lussuria (Lecce 2010). Al termine del mio Volo/poema (2009), che mi avrebbe trans/mutato nell’avatar Vitaldix, leggo un testo scritto su un foglio che avvolge il corpo di una rosa rossa che le offro:

– Ti cerco in un solstizio d’estate. Ti ritrovo in una rosa rossa che sboccia nel cielo, dove ti sento sospesa fra sogno e realtà. Tu oggi vivi nel mio volo-poema, respirando i segni del cielo con cui ti desidero senza possesso… –.