Gli europei, quegli stranieri

Fotografia colori, ragazza fa yoga in posizione signore della danza, in riva al mare al tramonto a Città del Capo Sudafrica

 

Il Sudafrica è un paese con una variegata presenza di culture e lingue. Vi sono almeno 11 lingue ufficiali che tuttavia non costituiscono tutte le lingue parlate in SA. A causa di tale diversità culturale, emergono idee, valori, convinzioni e bisogni sociali molto diversi.

L’atmosfera generale è di orgoglio nazionale, di unità nell’unicità di una “Nazione Arcobaleno”. Questa visione positiva si manifesta negli eventi sportivi internazionali: bianchi, neri, “colorati” (termine sudafricano per indicare una specifica popolazione di razza mista) e indiani, che celebrano, piangono, uniti come una famiglia. Tuttavia, al di fuori dello stadio, le dinamiche razziali e culturali possono cambiare drasticamente.

Il Sudafrica è stato scenario di una storia piuttosto turbolenta: dall’ascesa del regno Zulu, all’arrivo degli europei, dallo scontro con voortrekkers (gli afrikaners pionieri che negli anni ’30 del XIX secolo abbandonarono la colonia del capo britannico per migrare verso l’interno) alla guerra Anglo-Zulu, dal colonialismo alla guerra anglo-boera, fino alla apartheid.

Ancora oggi, ci sono individui o intere culture che non tollerano altre razze. La politica in SA racconta chiaramente queste dinamiche culturali e razziali, attraverso attori che si riflettono nei partiti di minoranza radicale e anti-bianchi (Economic Freedom Fighters) . Inoltre: il Freedom Front Plus (FF +) pro-afrikaner, popolazione bianca prevalentemente calvinista che parla la lingua afrikaans.

Per molte delle popolazioni nere native tutti i bianchi sono europei, indipendentemente da quante generazioni vivono in SA. Per molti afrikaner, gli europei sono il resto dei bianchi che non sono afrikaans. Questo è ciò che ho visto e vissuto in Sudafrica, dopo essere cresciuto in quella terra e aver affrontato numerosi viaggi di lavoro in tutto il Paese.

Nonostante ciò, i sudafricani generalmente considerano l’Europa luogo di produzione di beni di alta qualità, garante di uno stile di vita soddisfacente o elevato. I vestiti e le scarpe di marca italiana sono popolari e i prodotti alimentari tipici della Penisola sono comuni nella maggior parte dei negozi. Non c’è da meravigliarsi se l’Unione Europea è il principale partner commerciale del Sudafrica. Basti considerare che nel 2018 i movimenti di importazione ed esportazione con la UE è stato del 25,7%.

Il secondo partner commerciale più importante è stato la Cina con il 13,5% del commercio totale. Nel complesso, la UE rappresenta il 70% dei fondi esterni per il Sudafrica. si può dire quindi che la UE e il suo futuro sono di vitale importanza per l’economia sudafricana. Molti macchinari industriali e agricoli essenziali per la regione provengono da paesi europei. Inoltre, gran parte delle esportazioni verso il continente europeo riguardano in particolar modo il Regno Unito. Nonostante le contrastanti tendenze anti-coloniali di innumerevoli sudafricani, gli affari sono affari e il Regno Unito rimane un grande mercato. Per questo, la Brexit, nel bene e nel male, ha particolari ripercussioni in SA.

Esiste un nuovo accordo commerciale tra il Regno Unito e il Sudafrica che prenderà il nome di “Accordo SACU + M-UK” (Unione doganale sudafricana e Mozambico). Nel frattempo, il Paese negozierà con il Regno Unito secondo il principio della nazione favorita (MFN). Ciò significa fondamentalmente che ci saranno nuovi addebiti sulle esportazioni e questo farà perdere alcuni mercati.

Recentemente (tra marzo e maggio 2019), SA e UE hanno tenuto le loro elezioni politiche. L’esito delle elezioni in Sudafrica è stato più interessante per il commercio rispetto alle elezioni europee. Il principale partito politico sudafricano, African National Congress (ANC), è al potere dalle prime elezioni libere e democratiche del 1999. Un partito nero (ma non da solo), un mix di filoni di pensiero sia di destra che di sinistra. La loro strategia politica iniziale consisteva nel garantire che ai nativi “si restituisse la terra”, o l’espropriazione di questa.

I bianchi rappresentano l’8% della popolazione sudafricana, ma possiedono la maggioranza (72%) del terreno agricolo. A causa della corruzione scoppiata all’interno dell’ANC negli ultimi anni, questo partito aveva perso sostenitori a favore di partiti più radicali, come EFF e FF +. Il EFF è noto per essere estremamente anti-bianco e anti-europeo.

La paura di molti in Sud Africa è che l’EFF, se mai arriverà al potere, riporterà in campo l’ideologia di Robert Mugabe come accaduto nello Zimbabwe. Tuttavia, quest’anno l’ANC ha vinto le elezioni, con il presidente Cyril Ramaphosa alla sua guida, prendendo il posto del presidente Zuma (dopo le accuse di diversi scandali di corruzione). Zama e il suo team avevano il difficile compito di porre rimedio alla corruzione che aveva infestato l’ANC. Tuttavia, il leader Ramaphosa, essendo un ex uomo d’affari, ha riposto la sua attenzione e le sue preoccupazioni principalmente nell’economia del Sudafrica, lasciando in secondo piano il problema dei nativi sudafricani. Pertanto, finché i membri più a destra dell’ANC saranno al potere, e i partiti radicali saranno in minoranza, non vi è alcun danno immediato per le relazioni commerciali SA-UE.

E per quanto riguarda l’accoglienza degli europei residenti? Come me, molti discendenti europei hanno lasciato il Sudafrica in cerca di opportunità di lavoro, spinti dal senso di appartenenza a un Paese d’origine. Questo fenomeno potrebbe continuare in futuro, a scapito della popolazione bianca degli afrikaans. Ma non pare che in tempi brevi si possa sviluppare una cultura di accettazione a favore degli europei residenti.