Si invertirà la tendenza?

fotografia colori, statua in bronzo di un militare che esce da un tombino nel centro di Bratislava.
Čumil, scultura performativa in bronzo a Bratislava, opera di Viktor Hulìk, 1997

 

fotografia colori, statua in bronzo di un militare che esce da un tombino nel centro di Bratislava.
Čumil, scultura performativa in bronzo a Bratislava, opera di Viktor Hulìk, 1997

In Slovacchia il 6% dei giovani con meno di 25 anni ha votato nel 2014 per le elezioni del Parlamento Europeo. La cifra corrispondente in Svezia era invece del 66%. L’omogeneizzazione dei sistemi di voto come i-Voting (sistema di voto digitale utilizzato in Estonia) può aumentare la partecipazione?

L’Europa è diversa, come afferma il suo stesso motto, «uniti nella diversità». E quando si tratta di votare alle elezioni europee, questo è particolarmente vero. La Svezia e la Slovacchia, entrambe impegnate nelle recenti elezioni europee, hanno sistemi di voto molto simili e si sono distinte per l’alta affluenza alle urne.

I cittadini non sono interessati fortemente all’UE, ciò che conta per loro è  risolvere i problemi. Lo conferma la parlamentare slovacca Monika Beňová eletta nel 2014 nelle fila del Partito Socialista Europeo.  E Beňová rappresenta il Paese che ha avuto il più basso numero di votanti alle penultime elezioni europee. «Non abbiamo l’Europa nel nostro DNA», ha spiegato.

Nelle ultime elezioni europee di quest’anno , la Slovacchia si è collocata in fondo alla classifica degli Stati membri che partecipano alle elezioni europee: solo il 22,74% degli elettori aventi diritto ha votato. L’appuntamento elettorale in Slovacchia è stato sempre basso da quando il paese ha aderito all’UE.

L’affluenza totale in Svezia è stata del 55,27%. Questa cifra è superiore alla media UE del 50,62%, ma è ancora piuttosto bassa rispetto ad altri stati membri. Ad esempio, l’affluenza in Belgio è stata dell’88,47%. Va tuttavia precisato che, a differenza della Svezia, il voto è obbligatorio in Belgio.

La deputata del Partito Popolare Europeo Anna Maria Corazza Bildt ha rappresentato la Svezia al Parlamento europeo dal 2009. «La Svezia è unica nel senso che i suoi elettori generalmente hanno una grande fiducia nei politici e nelle istituzioni», ha affermato, appena richiesta di commentare l’affluenza alle urne, anche in rapporto a quella, elevata, della Svezia. E aggiungge: «Gli svedesi ritengono di poter avere un impatto sulla loro società col voto, e credo che ciò contribuisca all’elevata percentuale di partecipazione alle consultazioni».

Ciò contrasta nettamente con gli atteggiamenti degli elettori slovacchi. «Gli slovacchi sentono che Bruxelles funzionerà anche senza il loro coinvolgimento, che sono troppo passivi. Credo che siamo sempre interessati a ciò che possiamo ottenere dall’Unione europea, non a ciò che dovremmo restituire», ha sottolineato la parlamentare Beňová.

Secondo Beňová gli slovacchi hanno bisogno di vedere enfasi nella conflittualità tra i vari candidati, solo così  possono scegliere il preferito. «Gli elettori trovano differenze nelle elezioni parlamentari e presidenziali nazionali, ma non nelle elezioni al Parlamento europeo”, ha affermato Beňová.

Inoltre, la parlamentare slovacca  è fiduciosa che molti connazionali  eurodeputati facciano pressione presso il Parlamento europeo per ottenere quanto si aspettano. Per il resto, non sono interessati alle istituzioni europee, al modo in cui lavorano e a ciò che rappresentano. «Gli elettori sono convinti che i parlamentari slovacchi debbano risolvere solo i problemi degli slovacchi», ha aggiunto Beňová.

Ora forse, dopo la Brexit, saranno più numerosi coloro che prenderanno questa decisione» afferma Sona Mellak, addetta stampa presso l’ufficio del Parlamento europeo a Bratislava.

La questione di come motivare maggiormente i cittadini a partecipare alle elezioni è rimasta all’ordine del giorno. Negli ultimi anni gli accademici sono diventati meno ottimisti riguardo alla capacità di Internet di promuovere la partecipazione politica e l’affluenza alle urne. Nel 2005 l’Estonia è stato il primo paese al mondo a introdurre il sistema di voto elettronico come un passo naturale verso l’implementazione dei servizi digitali offerti dallo stato. Da allora, ha dato la possibilità a tutti i cittadini di votare in modo facile e sicuro dal proprio computer di casa. Indipendentemente da questo tentativo di innovazione, anche il piccolo stato baltico ha visto un calo significativo della partecipazione durante le ultime due elezioni europee (dal 43,9 al 36,5%). Tauno Tõhk, assistente politico del Commissario europeo per il mercato unico digitale, ha osservato che nel caso estone l’i-voting non ha avuto un impatto sul tasso di partecipazione complessivo perché le persone che usano il sistema avrebbero votato comunque; mentre le persone che non votano non sono necessariamente in grado di utilizzare il servizio.