Migrazioni, cioè fame e malnutrizione

Somalia, migrazioni, cioè fame e malnutrizione
Conseguenze della siccità  e della carestia in Somalia nel 2011. Ph Oxfam East Africa - https://www.flickr.com/photos/oxfameastafrica/5758386784/, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15873369

Somalia, la siccità e l’influenza della guerra in Ucraina

Più che di una catastrofe si può parlare di una “tempesta perfetta” descrivendo ciò che accade in Somalia: prima una grande siccità, poi il Covid, la sospensione delle forniture alimentari per il conflitto russo – ucraino, la crescita dei costi del carburante e infine i prezzi stessi dei generi alimentari che lievitano in maniera inversamente proporzionale alla quantità ridotta del cibo commerciabile. L’intervento delle istituzioni internazionali opera massicciamente per contrastare tutto ciò. Il PAM (Programma alimentare mondiale) ha ricevuto 14 miliardi di dollari, con cui è riuscito fino a ora a sfamare 160 milioni di persone.

Secondo quanto riporta il Rapporto sull’intervento umanitario 2023 redatto da UNICEF, in “Somalia, si stima che 7,7 milioni di persone, tra cui 5,1 milioni di bambini e 4,4 milioni di bambine e donne avranno bisogno di assistenza umanitaria nel 2023 a causa dei devastanti effetti della siccità, del conflitto, dello sfollamento e della pandemia COVID-19. Secondo il rapporto di settembre 2022 dell’Unità di analisi della sicurezza alimentare e della nutrizione, si stima che 6,7 milioni di persone si trovano in condizioni di grave insicurezza alimentare. Donne e bambini, che costituiscono oltre l’80% degli oltre 1 milione di sfollati a causa della siccità, continuano a sopportare il peso della crisi”.

La situazione in Somalia

Ma David Beasley, che dirige le operazioni di aiuto del PAM, fa sapere che solamente con gli aiuti alimentari non si uscirà dalla crisi. Ciò perché i prezzi crescono molto più velocemente della capacità di pagare le merci. In termini numerici i 135 milioni di persone che nel 2019 soffrivano la fame nel 2022 sono diventati 345 milioni. La malnutrizione grave nei bambini al di sotto dei cinque anni è cresciuta del 265%.

I prezzi dei fertilizzanti si sono stabilizzati su livelli molto alti. Questo costringe i contadini a usarne meno e, di conseguenza, a fare i conti con raccolti più magri. Gli esperti di agronomia prevedono che, se la Russia continuerà a ridurre le esportazioni di ammoniaca e fosfati, le conseguenze potrebbero essere catastrofiche nel breve periodo. I morti per fame potrebbero aumentare di un milione di unità e la denutrizione potrebbe arrivare a colpire fino a 100 milioni di persone.

Povertà e guerre

I monitoraggi a livello planetario dicono che la povertà nelle regioni africane sta crescendo  e i governi non possono chiedere prestiti alle banche per l’innalzamento dei tassi di interesse in corso. In queste condizioni è inutile parlare di assistenza sanitaria, acqua potabile, igiene, istruzione, cure alle donne incinte. Mentre cresce il pericolo di conflitti tribali determinati dalla disperata ricerca di cibo.

È evidente che in queste condizioni il continente nero alimenta sempre di più le migrazioni interne e quelle verso il Mediterraneo, che l’Europa tenta di contenere senza una pianificazione precisa. Solo il Congo si contano attualmente 5 milioni di sfollati. Buona parte di essi sono costretti a rivolgersi a organizzazioni malavitose per uscire dall’inferno della povertà estrema.

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